Gran Sasso abbandonato - «Ripristinare le vie ferrate e i servizi»

 «Ben vengano i forum organizzati dal sindaco Massimo Cialente sul piano strategico per L’Aquila che mettono al centro la montagna». A scrivere è Felice Flati, appassionato di montagna e socio del Cai (Club alpino italiano). «Come appassionato legato al Gran Sasso, non posso che compiacermi di questa attenzione», aggiunge in una nota, «colgo l’occasione per segnalare all’amministrazione l’abbandono dei sentieri e soprattutto della via principale che porta al Gran Sasso, in cui il tracciato e la segnaletica scoloriti sono poco evidenti. La via Ferrata Brizio che collega il versante aquilano con il Corno Piccolo è chiusa da anni e sul percorso è stato predisposto il materiale per la messa in sicurezza che non è mai stata realizzata. Come fruitore e come aquilano me denuncio che una delle vie ferrate più belle del Gran Sasso sia ufficialmente chiusa, ma di fatto praticata a discapito della sicurezza di tutti». Altro aspetto evidenziato da Flati è quello «degli aspetti ricettivi: bagni, servizio di informazione, spazi per il Soccorso alpino: problematiche che si manifestano sia in estate che nel periodo invernale. Si prenda a esempio la realtà del versante Teramano: stazione funzionante, le vie ferrate Ventricini, Ricci e la Danesi aperte e funzionanti, lungo il sentiero che conduce al Rifugio Franchetti, gestito da Luca Mazzoleni, sono stati effettuati degli ottimi lavori». «Ci vuole unità d’intenti tra i parchi e gli enti», prosegue Flati, «che si può e si deve ripartire. Uniamo il volontariato con le professionalità che fattivamente operano sulla montagna e per la montagna».

 



Condividi

    



Commenta L'Articolo