Poste, mobilitazione contro i tagli - Trenta uffici a rischio chiusura, 50 aperti a giorni alterni

 Scatta la mobilitazione dei dipendenti degli uffici postali della provincia dell'Aquila. Lo stato di agitazione porterà al blocco delle prestazioni straordinarie fino al 13 ottobre. Prevista, il 12 ottobre, una giornata di sciopero che culminerà con una manifestazione nazionale, a Roma. Sotto accusa le scelte aziendali che, temono i sindacati, «porteranno a una drastica riduzione del personale in servizio e delle prestazioni offerte agli utenti». «Abbiamo dichiarato lo stato di agitazione del personale di Poste italiane», spiegano Paolo Sangermano, segretario generale Cisl della provincia dell’Aquila e Giuseppe Di Giuseppe, segretario Slp- Cisl, «contro i tagli previsti dall’azienda e il piano di gestione del management imperniato prevalentemente sul contenimento dei costi, con riduzioni indiscriminate del personale e l’assenza totale di un solido progetto di crescita e di sviluppo industriale. Un’operazione che mette a rischio i livelli occupazionali e la solidità dell’azienda». Lo sciopero è stato proclamato da Slc-Cgil, Slp-Cisl e Failp-Cisal. Sul piano nazionale, stando alle cifre snocciolate dai sindacati, l’organico di Poste italiane ha subito un calo evidente, passando dai 200mila dipendenti del 1998, quando fu costituita la spa, agli attuali 139mila. «Il piano di riorganizzazione aziendale», sottolineano Sangermano e Di Giuseppe, «porterà a un ulteriore taglio di 10mila unità, con la chiusura definitiva di 1200 uffici postali sul territorio nazionale». In provincia dell’Aquila le ricadute saranno pesantissime. Si parla del taglio di circa 50 addetti ai servizi postali, della chiusura di 30 uffici postali nelle zone periferiche, della razionalizzazione di 50 uffici postali, che apriranno a giorni alterni. «Tagli, questi», sottolinea la Cisl, «che vanno ad aggiungersi a una situazione già estremamente critica, con i dipendenti costretti, nella stessa giornata lavorativa, a dividersi tra vari uffici. Siamo, inoltre, preoccupati per un possibile scorporo del Bancoposta che potrebbe determinare la perdita dell’unicità aziendale». La mobilitazione proseguirà «fino a quando l’azienda non tornerà indietro rispetto alle rigide posizioni assunte». Questi gli uffici postali che verranno chiusi in provincia dell'Aquila: Aielli stazione; Cese (Avezzano); Ridotti (Balsorano); Mascioni (Campotosto); Verrecchie (Cappadocia); Pescocanale (Capistrello); Poggio Cinolfo, Pietrasecca e Tufo di Carsoli (Carsoli); Pero dei Santi (Civita d'Antino); San Gregorio e Onna (L'Aquila); Casamaina e Ville (Lucoli); Rendinara (Morino); Civita (Oricola); Tussio (Prata d'Ansidonia); Santo Stefano e Scanzano (Sante Marie); Torrone (Sulmona); Scontrone; Castelnuovo (San Pio delle Camere); San Vincenzo Vecchio e Castronovo (San Vincenzo Valle Roveto); Roccacerro, San Donato e Poggio Filippo (Tagliacozzo); Rocca Santo Stefano (Tornimparte).

 



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