Un avamposto bizantino rinvenuto a piana San Marco (Castel del Monte)

 Un avamposto bizantino, con tanto di mura difensive e cammini di ronda, abitazioni e sepolture monumentali. E’ ciò che è stato rinvenuto a piana San Marco (Castel del Monte) durante gli scavi condotti dalla cattedra di Archeologia medievale dell’Università aquilana e dal professor Fabio Redi. L’insediamento nel territorio del Gran Sasso, risalente al VI secolo, doveva controllare il percorso del valico verso l’Adriatico e faceva capo alla guarnigione principale dei bizantini nell’entroterra abruzzese: Peltuinum (Prata d’Ansidonia). «Lo scavo del sito va avanti dal 2003» spiega Redi «e ha portato alla definizione di un quadro piuttosto chiaro della storia della zona». Oltre ai resti del podio e della scalinata di accesso di un tempio di età imperiale, a piana San Marco sono stati trovati anche alcuni muri di età bizantina che avevano cinto e potenziato le strutture preesistenti. Proprio in questa zona nel 2007 è stato rinvenuto anche un tesoretto, costituito da un “solido” di Giustiniano e da sette monete argentee databili alla metà del VI secolo. «Le mura del V-VI secolo dovevano cingere l’insediamento bizantino, realizzato intorno al tempio romano. Si tratta probabilmente di una base di guarnigione militare per il controllo del percorso Pescara, Penne, Campo Imperatore, il percorso dei pascoli. A dimostrarlo sono anche le due basi di pilastri di legno lungo la recinzione di difesa, probabilmente i resti di un cammino di ronda sulle mura o di una tettoia sempre di epoca bizantina» continua Redi «soprattutto dopo la guerra greco-gotica l’insediamento doveva essere stato rafforzato». Il lungo conflitto (535-553), infatti, contrappose l'impero bizantino agli Ostrogoti nella contesa di alcuni territori che fino al secolo precedente erano parte dell'Impero romano d'Occidente. «Il muro di cinta dell’insediamento appartiene proprio a quel periodo ed è realizzato con frammenti di pietra e di capitelli che probabilmente derivano dal tempio romano, all’epoca in disuso. Nella stessa zona sono state rinvenute sepolture monumentali di V-VI secolo» afferma il professore «alcuni muri interni a quelli di recinzione fanno pensare ad alloggi e abitazioni a disposizione della truppa e del comandante di stanza nella zona. Abbiamo anche trovato resti di ceramica del periodo bizantino, del tipo rinvenuto a Crecchio (Chieti), dipinta a bande brune-rosse, tipica della produzione della costa e proveniente forse da zone come Vasto, Ortona e PescaraA. Questa tipologia di ceramica è molto simile a materiali rinvenuti in Egitto: dapprima fu probabilmente importata e poi direttamente prodotta in Abruzzo da artigiani egiziani che dovevano essersi trasferiti al seguito dei bizantini. «E’ ormai accertata, comunque, una continuità di vita nella zona dall’età romana a tutto l’alto medioevo, fino ad arrivare alla chiesa attuale di San Marco, datata 1200» afferma Redi «d’altra parte quella di piana San Marco era una posizione strategica: fu espugnata prima dagli ostrogoti e poi dai longobardi». La penetrazione dapprima ostrogota e successivamente longobarda da Spoleto, infatti, soppiantò il variegato sistema difensivo approntato dai bizantini verso la fine del VI secolo. Gli scavi nella zona sono stati sospesi alla fine dello scorso mese, ma riprenderanno la prossima estate.

 



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