Piero Angela in vacanza a Fonte Cerreto visita l'Aquila

Le opere di messa in sicurezza, i puntellamenti, le imbracature, sembrano «medicazioni a un ferito». Angela è in vacanza a Fonte Cerreto, all’hotel Nido delle Aquile, e ha accettato l’invito di Cioni di visitare la città con la moglie, Margherita Pastore, danzatrice del corpo di ballo della Scala, e i coniugi Gratton. Sergio Basti fa da Cicerone e guida il giornalista nella città distrutta: via XX settembre, via Sant’Andrea, piazzetta Sant’Andrea, tra case sventrate, davanti al luogo simbolo della casa dello studente. E ancora: via Sallustio, corso Vittorio Emanuele, a un passo dai portici “ingabbiati”, piazza Palazzo, piazza Vincenzo Rivera (dove viene notata e redarguita una giovane senza casco nei pressi del Rettorato) e, poi, dietrofront, via San Bernardino, porta Castello e il Forte spagnolo. Angela si informa sui danni, sulla storia del Castello. «Qualche tela danneggiata, tutte le opere comunque salvate» annuncia Basti.
Il Forte è meno forte di quanto si ricordi. I danni sono evidenti, soprattutto al terzo piano, con intere parti crollate. «Fosse accaduto di giorno, avremmo contato cento morti» dicono i Vigili del fuoco. Tiranti, putrelle e “cerotti” ovunque; nell’atrio, un tabellone con le foto delle fasi di messa in sicurezza e recupero. «Le colonne hanno subito una rotazione» spiega Basti ad Angela e indica il laser posizionato su una di esse per misurare lo spostamento. «C’è stato uno sbilanciamento verso il parco di due centimetri - spiega l’ingegner Marco Frezza, aquilano in forza ai Vigili del fuoco di Roma -: abbiamo recuperato due decimi di millimetro e ciò significa che l’abbiamo messo in sicurezza perfettamente». Si va, ovviamente, nella sala del Mammuth, uscito praticamente “illeso”: solo una costola sul pavimento. «Ha resistito anche al terremoto - commenta Angela -. È un bel bestione, ma è completo? È davvero molto bello». «La sala ha resistito perché qui c’era il bastione utilizzato per i cannoni» spiega Frezza. Si arriva in piazza Duomo. «Quarant’anni per costruire la chiesa delle Anime Sante dopo i danni subiti dal Duomo nel terremoto del 1703 e 101 per recuperare la Cattedrale; anche questa volta si impiegherà meno tempo per riavere la chiesa del Suffragio» affermano i Vigili del fuoco. Angela può assistere in diretta al recupero del “tesoro di San Massimo”, fino a ieri ancora nel Duomo, che gli esperti stanno impacchettando per trasportarlo nel deposito della Curia. Si tratta di un patrimonio di 500 pezzi per un valore di svariati milioni di euro, fatto di calici preziosi, mitrie ricamate in oro, ampolle e vasi d’argento, numerosi turiboli e oggetti sacri. C’è anche una base della statua del busto di San Massimo del ’400 e vengono mostrate due incisioni su rame del ’700.
Il Duomo, all’interno, è a cielo aperto: macerie dappertutto. «La causa principale del crollo va individuata nelle opere murarie, eseguite dal Genio civile negli anni ’50, che hanno appesantito e “trascinato” la struttura» dicono i Vigili del fuoco. C’è ancora una tela importante da recuperare tra le macerie. La presenza di impalcature preesistenti (era in corso un restauro) rende più complicato il salvataggio. Un confessionale del ’700 è ancora lì perché non c’è un posto dove spostarlo. Il viaggio riprende: Anime Sante, le chiese di San Marco e Sant’Agostino, il Palazzo del Governo, poi la chiesa di Santa Maria Paganica, sventrata e completamente a cielo aperto. Angela è ormai senza parole. I suoi occhi si abbassano per rialzarsi, “vispi”, soltanto quando qualcuno gli segnala la costituzione su Facebook di gruppi a difesa di Gianpaolo Giuliani e della possibilità di prevedere il terremoto attraverso lo studio del livello del radon: «La storia è sempre alla ricerca di nuovi Galilei, che hanno però poca credibilità. Mi sono occupato in più trasmissioni della questione e certamente il radon è legato ai movimenti della terra, ma non è un metodo scientifico certo. Se la Protezione civile avesse dato ascolto a Giuliani evacuando Sulmona e trasferendo i cittadini all’Aquila, cosa sarebbe accaduto?».
Poi Angela torna a guardare con tristezza la città. La sua giornata all’Aquila è finita. I Vigili del fuoco, gli “angeli volanti”, tornano al lavoro: in città ce ne sono ancora 900 (erano 2.400 durante l’emergenza). I riflettori, però non si spengono: L’Aquila sarà al centro dello speciale Voyager - Ai confini della conoscenza, in onda il 23 dicembre su Rai 2. Ieri il giornalista Roberto Giacobbo ha incontrato Gianni Chiodi proprio per anticipare la volontà della Rai di organizzare l’intera puntata sulla ricostruzione della città.



Condividi

    



Commenta L'Articolo