Si complica la dismissione delle tendopoli

 "Diamo disponibilità alla sistemazione degli sfollati, a patto che ci sia un provvedimento della Protezione Civile che obblighi tutti gli albergatori aquilani a mettere a disposizione le proprie stanze. In caso contrario, questa sera non faremo entrare nessuno".
L'ultimatum di 5 albergatori aquilani aderenti a Confcommercio complica il piano di dismissione della tendopoli di piazza d'Armi, nel primo giorno di attuazione del trasferimento degli sfollati.
Il programma prevede il trasferimento delle famiglie con case rese inagibili dal terremoto in strutture alberghiere dell'Aquila e nella caserma della Guardia di finanza di Coppito.
I motivi della protesta sono legati al fatto che solo queste cinque strutture avrebbero aderito all'invito della Protezione Civile a mettere a disposizione dei terremotati il 75% delle stanze, fino a ieri occupate, con il tutto esaurito, da forze dell'ordine e tecnici impegnati nella ricostruzione.
Secondo gli albergatori in protesta, "l'invito della Protezione Civile è stato decisamente perentorio, in quanto i dirigenti del dipartimento ci hanno detto chiaramente 'o ci date le camere oppure le prendiamo noi'".
Per rispondere a tale richiesta gli albergatori hanno dovuto disdire le prenotazioni finora accettate
 "Abbiamo dato la disponibilità - dice il responsabile Federalberghi L'Aquila, Mara Quaianni -, ma ci siamo accorti che poi non tutti hanno messo a disposizione le stanze. A questo punto abbiamo posto l'ultimatum".
I cinque operatori turistici aquilani hanno adottato questa decisione drastica al termine di una lunga riunione.
Si tratta degli hotel Amiternum, Canadian, San Michele, Azzurro e Fiordigigli.



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