Bertolaso firma il decreto di requisizione

Alla fine Guido Bertolaso è stato costretto a “minacciare” la requisizione degli hotel per sedare la “guerra” tra albergatori e facilitare lo smantellamento della tendopoli di piazza d’Armi. Con un decreto firmato ieri, infatti, il commissario ha autorizzato la Prefettura a requisire tutte le strutture alberghiere già individuate come necessarie per completare le procedure di alloggio temporaneo già avviate. «Il provvedimento -si legge in una nota del Dipartimento- si è reso necessario per impegnare gli albergatori inadempienti rispetto ai precedenti accordi di concessione del 75% dei locali disponibili, necessari per consentire la chiusura dei campi». Qualche albergatore, infatti, in un primo momento non voleva concedere le camere. Domani, comunque, ci sarà un nuovo incontro tra le parti.
Sulla questione, anche un amaro commento del prefetto Franco Gabrielli: «Si è dovuti giungere addirittura a un’ordinanza per obbligare gli albergatori dell’Aquila ad ospitare i loro concittadini. Gli albergatori di Pescara, Chieti e Teramo, invece, hanno accolto gli aquilani senza bisogno ordinanze». Sulla stessa linea Mara Quaianni, responsabile degli albergatori aquilani aderenti a Confcommercio: «Il decreto che autorizza la requisizione degli alberghi, che noi avevamo già chiesto, era necessario, perché purtroppo la sensibilità verso gli aquilani colpiti dalla tragedia la costa abruzzese l’ha mostrata, e noi aquilani no. Visto che qualche albergo non associato non si è allineato, abbiamo chiesto ancora una volta alla Protezione civile di intervenire perentoriamente. Al di là degli errori che possono essere stati fatti, che comunque non è di nostra competenza giudicare, mettere a disposizione le stanze per terremotati che da cinque mesi vivono nelle tende era un’operazione da fare, per dimostrare sensibilità nei confronti dei concittadini, colpiti da una tragedia immane».
A piazza d’Armi, intanto, va avanti lo smantellamento della tendopoli. In mattinata è stato affisso uno striscione polemico vicino all’ingresso: «Dall’impegno e dal cuore dell’Emilia Romagna alla prevaricazione del Dipartimento, firmato i ri-sfollati di piazza d’Armi». Ma la tensione va scemando. Restano i disagi di chi ancora non ha avuto l’ok al trasferimento in albergo e di chi è stato destinato fuori L’Aquila, ma nel complesso l’operazione procede senza grossi intoppi. A ieri sera erano un centinaio, su un totale di 250, i nuclei usciti dal campo. Quanto alle scuole restano due le situazioni più “calde”: a Paganica, dove è stato confermato lo smembramento della primaria in due plessi, quello gradito dei Musp (moduli scolastici provvisori) in cui andranno otto classi, e quello della vecchia sede nel centro storico, per altre otto classi, che i genitori non gradiscono; il personale della media Alighieri, poi, continua a contestare il posizionamento di un Musp vicino alla struttura, «scelta che danneggia una scuola in muratura e che intaserà la viabilità di Colle Sapone».



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