Grandi Rischi, tutti gli imputati condannati a sei anni, risarcimenti da oltre sette milioni di euro

- da Il Centro - Tutti condannati a sei anni di carcere. E' questa la sentenza emessa dal giudice del Tribunale dell'Aquila Marco Billi per i sette imputati del processo Grandi rischi all'Aquila Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva e Mauro Dolce. Per i sette, , tutti presenti in aula salvo Barberi, Boschi e Calvi, l'accusa aveva chiesto una pena di quattro anni per omicidio colposo plurimo, cooperazione in disastro colposo e lesioni gravi.

I sette sono i membri della commissione Grandi Rischi che parteciparono alla riunione del 31 marzo 2009 al termine della quale sarebbero stati mandati messaggi rassicuranti al punto da indurre la popolazione a sottovalutare lo sciame sismico e a non uscire di casa quando ci furono le scosse che precedettero quella catastrofica del 6 aprile 2009. Per loro il giudice ha disposto a titolo risarcitorio una provvisionale di oltre sette milioni di euro per le parti civili di cui oltre due milioni di euro immediatamente esecutiva e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l'interdizione legale durante l’esecuzione della pena.

Ecco chi sono gli imputati

IMPUTATI E DIFESA «Mi ritengo innocente di fronte a Dio e agli uomini», ha detto Bernardo De Bernardinis, ex vicecapo della Protezione civile e attuale presidente dell’Ispra, dopo la lettura della sentenza. «La mia vita da domani cambierà, ma se saranno dimostrate le mie responsabilità in tutti i gradi di giudizio le accetterò fino in fondo».«Una sentenza sbalorditiva e incomprensibile, in diritto e nella valutazione dei fatti», ha commentato l’avvocato Marcello Petrelli, difensore del professor Franco Barberi, «non potrà che essere oggetto di profonda valutazione in appello». «Questa sentenza avrà grosse ripercussioni sull’apparato della pubblica amministrazione. Nessuno farà più niente», ha detto l’avvocato Filippo Dinacci, difensore di De Bernardinis, e del direttore del servizio sismico del dipartimento della Protezione civile Mauro Dolce.

ACCUSA E PARTI CIVILI «Tra le repliche e la sentenza sono andata al cimitero a trovare mio nipote: sentivo dire che gli imputati avevano una grande scuderia di avvocati, ma stavolta ha vinto il mio ’avvocato celestè», ha commentato Antonietta Centofanti, zia di Davide, morto nella Casa dello Studente. «Il filo conduttore del processo non era la ricerca di colpevoli, ma quella di capire i fatti, perchè noi con il compianto procuratore capo, Alfredo Rossini, volevamo solo capire i fatti», ha detto il pm Fabio Picuti, visibilmente teso.

IL MONDO SCIENTIFICO Se la sentenza «dovesse riguardare la mancata previsione del sisma, ciò significherebbe mettere sotto accusa l’intera comunità scientifica che, ad oggi, in Italia e nel mondo, non ha i mezzi per poter prevedere i terremoti», ha detto il presidente del Consiglio dei geologi, Gianvito Graziano.«È la morte del servizio prestato dai professori e dai professionisti allo Stato», ha detto il fisico Luciano Maiani, attuale presidente della commissione Grandi rischi.


 


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