Rivelatori a bassissima radioattività per lo studio della massa e della natura del neutrino

Sviluppo di rivelatori a bassissima radioattività per lo studio della massa e della natura del neutrino tramite il Doppio Decadimento Beta. È il titolo del progetto, coordinato da Stefano Ragazzi, docente di Fisica delle particelle dell'Università di Milano-Bicocca e direttore dei Laboratori nazionali Infn del Gran Sasso, che punta a individuare la tecnica giusta per determinare la massa del neutrino e la sua natura: Dirac o Majoarana. «Il Doppio Decadimento Beta senza emissione di neutrini – spiega Maura Pavan, docente di Fisica sperimentale e membro dello staff di ricerca - è un processo di decadimento spontaneo di un nucleo, mai osservato, che oggi è al centro di un'intensa attività di ricerca sperimentale. Chi sarà in grado di provare che questo decadimento esiste svelerà una delle proprietà fondamentali del neutrino, con implicazioni profonde sia nella Fisica delle particelle sia in cosmologia ed astrofisica».         La sfida è quella di costruire un esperimento che impieghi rivelatori di grandi dimensioni (da 1 a 10 tonnellate) da collocare sottoterra e che siano capaci di dimostrare se e come questo decadimento avviene.     

Il progetto PRIN prende spunto dai più avanzati esperimenti sul Doppio Decadimento Beta o da esperimenti che utilizzano tecnologie simili in altre applicazioni di punta per stabilire quali linee si dovranno seguire per vincere questa sfida. L'obiettivo principale del progetto è dunque quello di studiare, migliorare e confrontare tra loro le tecniche più promettenti, per aprire la strada verso un esperimento di "terza generazione".

 



Condividi

    



Commenta L'Articolo