Il ministro Barca in incognito sul bus - pendolare con gli studenti

 «Caro ministro, vieni sul pullman con noi». Simona, 21 anni, studentessa del terzo anno di Ingegneria civile che almeno ogni lunedì mattina viaggia da Balsorano all’Aquila, scrive a Fabrizio Barca un tweet che vuol essere una provocazione. Ce l’ha un po’ col ministro e un po’ con la Regione perché il servizio di trasporto dedicato agli studenti universitari, istituito dopo il terremoto, è stato interrotto e non è stato ripristinato. Simona la butta lì ma a Barca, che all’Aquila passa almeno una volta a settimana, l’idea della levataccia tra le brume della Valle Roveto non dispiace. E così si presenta alle 6,10 a Balsorano, dove non lo riconosce quasi nessuno. «Sai, a quell’ora del mattino sull’autobus si dorme», ammette Simona Abbate, felice per essere riuscita a schiodare un ministro della Repubblica passato dalla poltrona del Palazzo al sedile dell’Arpa. «Il ministro è venuto in estemporanea, in incognito», racconta Simona. «Tutto nasce dal mio tweet. Faccio parte dell’Udu, l’Unione degli universitari che il 14 novembre scorso ha promosso una giornata di mobilitazione ponendo al centro della protesta le mense per tutti e i trasporti per tutti. Una delle priorità è appunto il servizio di bus dedicati a noi universitari fuori sede, costretti a viaggiare per mancanza di alloggi all’Aquila. Siccome il servizio non è ancora ripartito abbiamo deciso di postare sul profilo del ministro Barca e di Chiodi che avevamo bisogno di questo servizio. Abbiamo fatto tweet bombing. Insomma li abbiamo tampinati e alla fine una risposta è arrivata. Il ministro ci ha risposto e io gli ho detto di venire di persona così si sarebbe reso conto. Lui mi ha subito rimandato un messaggio in cui mi diceva di inviare una mail privata con l’itinerario classico. E all’appuntamento è arrivato puntuale». Alla fermata Arpa di Balsorano anche il pullman è passato in orario, alle 6,10, destinazione Avezzano. Barca, seduto nelle prime file, ha vestito i panni del pendolare. «Alle 7,40», racconta ancora la studentessa, «siamo scesi ad Avezzano dove abbiamo cambiato autobus. All’Aquila siamo scesi alla fermata del motel Amiternum intorno alle 8,30. Da lì il terzo pullman, quello per Ingegneria a Campo di Pile. È passato il 99 dell’Ama ma era troppo pieno e così abbiamo aspettato il 12 che ci ha portato all’ex Optimes. Lì non lo aspettava nessuno perché nessuno sapeva nulla. Non ha avuto incontri istituzionali. È entrato insieme a noi studenti nella sede provvisoria della facoltà. I ragazzi lo guardavano strano, hanno pensato che fosse un nuovo professore». Durante il tragitto il ministro ha informato gli studenti del via libera della Corte dei Conti al decreto che destina i fondi della ricostruzione nel passaggio alla gestione degli enti locali. «Il ministro», racconta ancora Simona Abbate, «ci ha detto che il servizio bus riparte da gennaio. Noi abbiamo ribadito che ne abbiamo bisogno e abbiamo chiesto di accelerare. Vogliamo certezze, perché la nostra mobilitazione parte da lontano e abbiamo aspettato troppo tempo». Il ministro, prima di tornare a Roma, si sofferma ad ascoltare i problemi dei ragazzi. «Primo tra tutti, per noi universitari, la carenza di alloggi. Per questo il servizio diretto è necessario». A sera l’Udu, in una nota, ribadisce: «Chiediamo tempi rapidi e certi per i servizi bus dedicati agli studenti universitari. Anche il ministro per la Coesione territoriale ne sperimenta la necessità. Lo stesso ministro ha confermato che i fondi ci sono e che dopo il via libera al decreto ora si deve aspettare che tutte le procedure per l’attivazione del servizio vengano compiute. Il ripristino delle corse dedicate dovrebbe esserci per inizio gennaio. Noi Unione degli universitari non ci accontentiamo solo delle parole. Anche a ottobre, dopo le nostre continue sollecitazioni, il ministro aveva annunciato il ripristino per l’inizio dell’anno accademico e invece a oggi gli studenti sono ancora senza trasporti. Chiediamo agli enti coinvolti che l’iter previsto per l’attivazione del servizio, a cominciare dalle gare fino ad arrivare alla distribuzione delle tessere, sia concluso nel minore tempo possibile».

 



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