La protesta degli esclusi


La pubblicazione provvisoria degli assegnatari degli alloggi antisismici del progetto “Case”, ha generato le prime vivaci proteste degli esclusi che hanno mosso essenzialmente critiche sui criteri scelti. Famiglie con figli in età scolare, altre con disabili, ma anche coppie e single, alla spicciolata hanno tentato ma inutilmente ieri mattina di varcare l’ingresso della Scuola sottufficiali della Guardia di Finanza in cui si trovano gli uffici della Dicomac per chiedere spiegazioni sulla loro esclusione. Un malcontento che nelle tendopoli è esploso subito dopo la pubblicazione dei nomi. «In famiglia siamo sei persone – ha detto Rossella Sciarra – tra cui 3 figli che vanno a scuola, requisito che ci avrebbe dovuto aiutare nell’assegnazione dell’alloggio e invece no». Emilia Giammaria pensionata, ha invece perso tre appartamenti nel sisma e adesso vive con il figlio a Rieti e che ogni mattina fa il pendolare per venire a lavorare all’Aquila. Poi è la volta di Gianfranco Papola con a carico un invalido al 100% e con la propria casa da abbattere. Anche lui escluso. «Ma non se ne vergognano – ha detto – nella mia zona altre persone hanno avuto l’alloggio, tra l’altro come nucleo familiare non abbiamo chiesto alcun aiuto. Questa è la ricompensa. Si preferisce invece accontentare chi preferisce inscenare proteste salendo sui tetti o barricandosi negli alloggi inagibili». Alcuni hanno iniziato “a fare le pulci”. Gino Antognetti, segretario dell’Associazione Radicale “Ignazio Silone” Radicali Italiani, sfogliando l’elenco degli assegnatari di Assergi si è accorto che «sono state decise due assegnazioni ma le persone sono le stesse: appaiono come due nuclei diversi perché si sono invertiti i nomi.



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