Centro Turistico Comola non molla e attacca il Comune

 «Mi vogliono cacciare? Mi devono dimostrare prima perché mi devo dimettere per giusta causa». Il presidente del Centro turistico del Gran Sasso, l’avvocato Alessandro Comola risponde a telefono stanco ma nient’affatto remissivo di fronte alla richiesta perentoria, anche se «imbarazzata», del sindaco Massimo Cialente di «dimettersi con effetto immediato» dal suo incarico a capo del Centro turistico del Gran Sasso. Una lettera rimasta sulla scrivania di Genova fin da mercoledì mattina, quando è arrivata alle 9,26, e seguita, a stretto giro, da un altra missiva in cui il Comune chiede a Comola di «provvedere con somma urgenza alla convocazione dell'assemblea, di cui si attende immediata conferma entro la giornata odierna». E la risposta di Comola è arrivata alle 23,30 di mercoledì, in “zona Cesarini”, quasi a rimarcare la contrarietà. L’assemblea dei soci si terrà, dunque, lunedì 17 a mezzogiorno, e sarà un incontro con le scintille. «Ha visto l’ordine del giorno? Sono tre punti», spiega l’avvocato. «Al primo punto: presa d'atto delle dimissioni dei consiglieri Umberto Beomonte Zobel e Nunzio Buzzi», legge Comola, «al secondo: revoca per giusta causa del presidente. Al terzo: adempimenti necessari per la costituzione del nuovo consiglio d’amministrazione che dovrà guidare il Centro turistico». Una richiesta piovuta come «una cosa improvvisa e anche abbastanza immotivata», sottolinea il presidente, che non si spiega il perché «di tutta questa ansia». «Il mio messaggio a Cialente è che anche se perdiamo 10 giorni di attività», dice riferendosi alla proroga dell’apertura degli impianti sciistici, «l'importante è che si faccia tutto per bene. Se non hanno aperto è perché riterranno che non si possa fare». E ricorda che «il presidente fin dal primo ottobre scorso non ha più competenza sulla gestione ordinaria della seggiovia delle Fontari». All’assemblea di lunedì non è scontato che Comola partecipi. Intanto l’avvocato continua a lavorare con Invitalia al piano industriale del Centro turistico del Gran Sasso, un piano che porterebbe, se va in porto, circa 10 milioni di euro nelle casse della società, «tutti per gli investimenti». A questo importo si devono aggiungere altri 4 milioni circa che proverrebbero dalla cessione di un pacchetto della società da parte del Comune. «Stiamo lavorando, rimango ottimista», aggiunge Comola, «ma tutti devono fare quadrato intorno al piano industriale». Compreso Cialente, che difende il progetto generale di Comola, ma non perdona «il ritardo dell’apertura, colpo mortale al turismo del Gran Sasso» e annuncia che «domenica sugli impianti di Campo Imperatore si tornerà a sciare».

 



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