I capiservizio del Centro Turistico Gran Sasso (Ctgs), chiariscono i motivi del mancato collaudo

 

«Il vero motivo per cui ieri non si è potuto procedere al collaudo dei lavori di revisione della seggiovia sta nel fatto che non sono stati completati tutti gli adeguamenti richiesti per legge, cioè quelli necessari a far sì che il servizio di pubblico trasporto si potesse svolgere in sicurezza». A chiarirlo sono i capiservizio del Centro Turistico Gran Sasso (Ctgs), Fernando Rossi e Attilio Panone, dipendenti dal 1989, in una nota in cui intervengono sul mancato collaudo della seggiovia Le Fontari, dopo le dichiarazioni del direttore di esercizio, Dino Pignatelli.
 
«Dal mese di giugno scorso - spiegano i capiservizio Ctgs - abbiamo inviato una serie di note in cui dettagliatamente si riportava l'elenco degli interventi necessari, come richiesto alle funzioni del capo servizio. Alcuni di essi, ieri, non erano neanche stati minimamente risolti; si tratta sempre di dispositivi di sicurezza fondamentali per il rispetto di precise prescrizioni di legge». 
 
«Ci saremmo aspettati - aggiungono - una presa di posizione della società non verso di noi, che riteniamo di aver fatto scrupolosamente e seriamente il nostro lavoro, ma verso chi ha certificato che la seggiovia fosse pronta al collaudo in mancanza di una serie di adempimenti fondamentali per la sicurezza dei trasportati». 
 
«Essendo totalmente cessata la nostra fiducia verso chi dovrebbe metterci in condizioni di lavorare in sicurezza, serenità e con piena fiducia - sottolineano i capiservizio - annunciamo la nostra intenzione di rinunciare immediatamente allo svolgimento delle funzioni di Capo Servizio per le quali il direttore di esercizio ed il sindaco siano liberi di scegliere come meglio riterranno opportuno». 
 
«Resta inteso - concludono Rossi e Panone - che avremo cura di informare dettagliatamente gli organi di sorveglianza e controllo di tutto ciò che, in questa circostanza, riguarda o ha riguardato, la nostra attività allegando ogni documento utile a tal fine; inoltre, in assenza dei necessari chiarimenti e scuse da parte del Consiglio di Amministrazione della società e del signor Sindaco ci riserviamo di intraprendere ogni azione legale a difesa della nostra persona e dignità professionale».
 
 
 



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