Impianti Gran Sasso la riapertura è ancora in forse

«La seggiovia delle Fontari è pronta per entrare in funzione. I due pezzi da riparare, anemometro e pressostato, sono in ordine. Manca solo il collaudo dell’Ustif, che è stato già richiesto. Subito dopo, apriamo la stazione sciistica». È nelle mani dell’ufficio speciale del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, dunque, la partenza della stagione bianca sul Gran Sasso. Saltato l’esame di sabato scorso, ora si dovrà attendere la prima data utile, nell’agenda dell’Ustif, «che non lavora a chiamata, ma per appuntamento». Lo chiarisce il sindaco Massimo Cialente che, nel polverone suscitato dallo slittamento della riapertura degli impianti, prende le redini del Centro turistico e ieri ha convocato la prima riunione con il nuovo Cda appena nominato, in carica però solo fino ad aprile. Si è discusso del piano di investimenti complessivo pubblico-privato, da attuare fra il 2013 e il 2014, che è pari a 23,5 milioni di euro e prevede una serie di interventi per rilanciare la montagna aquilana: la ristrutturazione dell’albergo e dell’ostello di Campo Imperatore, la realizzazione di un impianto che va dalla Scindarella al Pozzello, in modo da attivare una nuova pista a Vallefredda, l’impianto Montecristo Sud-Nord, il rifacimento della seggiovia delle Fontari in quanto obsoleta e, con il supporto privato, il recupero dell’albergo della Fossa di Paganica. «Contemporaneamente», spiega il sindaco, «porteremo avanti la trattativa per l’ingresso del socio, che dovrebbe essere Invitalia, per arrivare a chiudere la ricapitalizzazione dell’azienda entro il mese di aprile. Si avvia anche la gara per affidare la gestione sia degli impianti che delle strutture ricettive ai privati, che potranno essere una singola società o una Ati specializzata». Nel frattempo sarà predisposto un piano industriale per arrivare al pareggio di bilancio: «Nella pianta organica del Centro turistico ci sono numerosi esuberi», conferma Cialente, «ma saranno riassorbiti nella nascente società per la gestione del progetto Case, tramite una prova attitudinale. Nessuno perderà il posto di lavoro». Il sindaco replica anche agli operatori dell’associazione Gran Sasso 360, che ne hanno chiesto le dimissioni e che sono pronti a ricorrere alle vie legali per il danno subìto dalla mancata riattivazione degli impianti. Lo fa svelando un retroscena dell’assemblea di lunedì durante la quale ha sfiduciato il presidente Alessandro Comola e ha nominato il nuovo cda. «Mentre stava per iniziare l’assemblea», racconta Cialente, «mi è arrivata segretamente la copia di una lettera di alcuni dipendenti del Ctgs che chiedevano al ministro Barca (cosa c’entri non si sa) di non far fare l’assemblea in un momento, a loro dire, molto delicato, e che quindi non era il caso di cambiare nulla. Sapete chi c’era tra i firmatari? L'imprenditrice che ha chiesto le mie dimissioni. Allora cosa cerca? Vuole che si cambi o vuole solo un altro sindaco? Tutto ciò mi conferma che nel Centro turistico e fra alcuni operatori vi è una confusione totale». Intanto i circa 40 dipendenti del Ctgs rischiano di restare senza lo stipendio di dicembre e la tredicesima. Il segretario regionale Ugl Piero Peretti ha convocato per domani, alle 16, a Fonte Cerreto, un’assemblea del personale.

Il comitato 3e32: gli sciatori siano risarciti 

Sulla questione Gran Sasso interviene il comitato 3e32 con una nota: «Paghi chi sbaglia, noi vogliamo essere risarciti! Gli impianti di Campo Imperatore sono ancora fermi mentre il Gran Sasso è innevato. Annunciamo che stiamo per mettere in atto un’azione collettiva nei confronti del Centro Turistico, per essere risarciti del danno ricevuto dall’8 dicembre scorso, come cittadini, utenti e sciatori. Mesi fa lanciammo una campagna di auto-riduzione, risultata vincente, per abbassare i costi della stagionale da 280 a 200 euro, un prezzo che comunque ci impone forti sacrifici in un momento di crisi. Un’altra volta abbiamo dato fiducia a Campo Imperatore, perché avremmo voluto continuare a sciare a prezzi accessibili su questa montagna e il prezzo alla fine l’abbiamo fatto noi. Di nuovo però siamo stati traditi. Vogliamo essere risarciti».
 
 
 
- da Il Centro -



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