COMOLA A CIALENTE: "CARO AMICO TI SCRIVO..."

 

Caro Massimo, Signor Sindaco, vago con una lampada in cerca della ragione.
 
In epoca non sospetta, ho pubblicamente manifestato l’apprezzamento per quel Cialente che vagava, operoso, tra le rovine dell’Aquila dopo il terribile terremoto del 2009 (Cfr A).
 
Caro Massimo, l’honeste vivere non è esclusivamente legato all’uso del denaro pubblico ma, soprattutto, al rispetto di quegli ulteriori principi che sono insiti nella nostra cultura laica e che si intrecciano con l’ancora forte sentimento religioso del Popolo Italiano: “Pacta sunt servanda” “Suum unicuique tribuere”; “Neminem Laedere”. (“I patti devono essere rispettati”, “Dare a ciascuno il suo”, “Non danneggiare nessuno”, ndr)
 
Nel caso del Gran Sasso, caro Sindaco, sei venuto più volte meno, probabilmente per via del tuo positivo voler fare, al rispetto dei ruoli che fondano il rapporto tra Socio e Società possedute, intervenendo a più riprese ed in modo, consentimi talvolta incongruo, nella gestione aziendale.
 
Così hai violato il patto personale con me, da Te prescelto per tentare di salvare il CTGS S.p.A. ma, anche, nei confronti dell’Azienda e dei dipendenti.
 
A tutti avevi promesso appoggio ed azioni concrete. L’appoggio è vacillato ed oggi sembra venir meno, le azioni concrete, allo stato, sono insufficienti ancorché si debba riconoscere, da parte di tutti, come le stesse abbiano consentito la sopravvivenza della Società fino a oggi.
 
Così hai, d’un colpo e certamente sine dolo, violato i primi due principi. Il terzo, neminem laedere, lo stai violando con queste Tue ultime, scusami, improvvide iniziative a contenuto sostanzialmente diffamatorio nei miei confronti.
 
Ammettere di essersi sbagliati può essere un fatto spiacevole ma, non farlo, è uno sviamento della mente.
 
Sono lontani i tempi quando, tra il Natale e il Capodanno scorsi, per il mancato adempimento, di prescrizioni non essenziali da parte del Direttore d’Esercizio, l’Ustif non voleva rilasciare il nulla osta all’esercizio della Funivia; o quando ho scoperto, il 23 dicembre 2011, che non avevamo più le assicurazioni RC sugli impianti, grazie all’incuria dei cessati amministratori.
 
Risolti tutti i problemi e aperta la Stazione, Tu mi ha chiamato entusiasta: “Ti voglio vice Sindaco con delega a tutto!”.
 
Caro Massimo qualcuno, in questi mesi, avrà anche ironizzato sul mio attaccamento alla scuola sci e al suo Direttore, forse anche Tu.
 
Tu, però, non scii e vedi Monte Cristo e Campo Imperatore come luoghi fantastici di una memoria collettiva e personale, forse sottovalutando gli aspetti operativi che reggono una azienda.
 
Il conto economico di una stazione invernale, infatti, è una cosa assai diversa, com’è diversa e delicata ogni questione che inerisce la gestione di impianti cui è affidata la incolumità pubblica. Le vicende legate alla revisione della seggiovia Le Fontari, sono assai chiare nella memoria di chi le ha seguite e nelle carte aziendali.
 
Il fatto che coloro i quali sono stati da Te scelti per effettuare la revisione speciale e generale della seggiovia Le Fontari abbiano fallito impedendoci, al momento, di aprire la stazione, è un dato oggettivo che non potrà essere mistificato.
 
Francamente impressionante è stata, in tal senso, la successione degli atti (cfr. B) che hai posto in essere nella giornata di mercoledì 12 us. Alle 9 circa mi chiama il Tuo Capo Segreteria annunciandomi la Tua richiesta di rassegnare le dimissioni; alle 9 e 26 tale richiesta viene esplicitata in una Tua lettera dal contenuto cortese ma, francamente, contraddittorio.
 
Poco dopo, mentre viaggiavo da Genova verso la sede di Invitalia con i Colleghi Poiré e Colangelo, per discutere il piano di salvataggio del Ctgs, mi giungeva notizia delle dimissioni dei Consiglieri Buzzi e Beomonte Zobel, fatto questo, in evidente collegamento con la mia espressa indisponibilità a rassegnare le dimissioni.
 
Personalmente non ho mai abbandonato un compito che mi sia stato assegnato; se lo avessi fatto in questa occasione sarei venuto meno, sull’onda di una irragionevole emozione, all’impegno assunto a suo tempo non solo con Te ma con i dipendenti del Ctgs, ciò a grave detrimento del grande e operosissimo impegno che, come Tu stesso riconosci, assieme a loro ed ai miei Colleghi e Collaboratori, mi sono assunto in questi mesi.
 
Ma la progressione del Tuo agire ha raggiunto il culmine quando, nel pieno della discussione del ridetto piano industriale Ctgs S.p.A. 2013-2017, ci chiama, un po’ interdetta, la giovane collega Avv. Marchisio.
 
La telefonata mi dettagliava la tua nuova e inopinata missiva che si sostanziava in una sorta di diktat, a me indirizzato che così sintetizzo: “convoca l’Assemblea per il 17, se non lo fai entro le 24 di oggi, questa mia comunicazione vale quale convocazione per il giorno 14, per discutere: 1a) presa d’atto dimissioni Beomonte e Buzzi; b) Revoca, per giusta causa, del Presidente del Consiglio di Amministrazione; c) Assunzione provvedimenti atti a consentire l’amministrazione della società nelle more della nomina del nuovo organo di amministrazione”.
 
Caro Massimo, con la debita premessa che così perentoriamente intimato ho provveduto a convocare l’Assemblea pur dubitando assai della legittimità formale e sostanziale di una richiesta così formulata, è con il cuore in mano che Ti chiedo, per il bene del Gran Sasso d’Italia, del CTGS e dei suoi dipendenti, di rivedere il Tuo attuale atteggiamento su questa vicenda. Non fare della ritardata apertura un “totem” tra l’altro cercando di addossare a me una responsabilità che non ho, così come nessun addebito può essere mosso nei confronti dei Capi Servizio.
 
Loro e io siamo, certamente, accomunati dalla serietà professionale e dalla lealtà all’ Azienda e a Te.
 
Non si “serve” bene e lealmente laddove si venga meno ai propri doveri d’Ufficio. I Capi Servizio e io abbiamo sempre agito nell’interesse dell’Azienda anche a costo di renderci, spero momentaneamente, impopolari ai Tuoi occhi.
 
La sicurezza dei cittadini è un bene incommensurabile. Gli aquilani sono intelligenti e sono stati assai pazienti; capiranno le ragioni di quello che sta accadendo e saranno generosi con chi ha sbagliato. Siamo a un passo dalla messa in sicurezza dell’Azienda e dei suoi dipendenti con l’intervento del Governo, tramite Invitalia, e il generoso contributo del Responsabile dell’Ufficio per il terremoto.
 
La mia volontà supera certamente la mia intelligenza, per cui mi riesce assai difficile capire la natura delle tue affermazioni e dei tuoi atti concreti: da un lato vai dicendo che ho lavorato “benissimo” (grazie), dall’altro mi sfiduci e mi revochi (?).
 
Tutto ciò risulta per me imperscrutabile.
 
È paradossale che Tu abbia messo in moto un circolo virtuoso e che lo stesso non si chiuda per una riapertura in ritardo (quella delle Fontari).
 
Ma perché non restituisci agli aquilani la loro casa comune, la sede del Municipio dell’Aquila, inspiegabilmente ancora inagibile?!
 
Da lì, simbolo con la sua torre dell’Immota, e dal Ctgs deve partire la vera ricostruzione della Città, Noi tutti saremo con te.
 
Un abbraccio assai sportivo ed amichevole.
 
Alessandro Comola
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