Gran Sasso, pochi sciatori nel giorno della riapertura

L'AQUILA L’addetto al casello della A24, uscita Assergi, è il primo ad accorgersi che il movimento di turisti verso il Gran Sasso è cambiato rispetto ai giorni pre natalizi. C'è un sole straordinario nel primo giorno di funzionamento della seggiovia «Fontari». Sembra che la natura l’abbia fatto apposta, per dare il benvenuto agli sciatori sulle piste innevate. «Si avvisa la gentile clientela che il giorno venerdi 28 dicembre 2012 gli impianti riapriranno al pubblico esercizio. Prima corsa funivia ore 8,30». Questo è il messaggio che si legge sul sito del Centro turistico del Gran Sasso da due giorni. Una svolta in zona Cesarini che, però, non fa dimenticare le decine di disdette fioccate agli alberghi a cavallo di Natale, la perdita economica, la rabbia degli operatori turistici. Ieri non c'è stato il bagno di folla a Campo Imperatore. Il sole non è bastato a far arrivare in massa gli sciatori. E quelli arrivati, hanno potuto fruire per gran parte della mattinata solo degli impianti delle «Fontari», perché l'altra seggiovia, la «Scindarella», ha aperto tardi. Come se non bastasse, intorno alle 15 tutti gli impianti hanno chiuso per il vento forte. Alle 11 gli sciatori che si sono complessivamente "imbarcati" sulla Funivia che da Fonte Cerreto porta a Campo Imperatore sono stati 400. Pochini, se si pensa ai periodi d'oro della stagione sciistica: in un 28 dicembre qualsiasi di qualche anno fa, alla stessa ora, si è arrivato a toccare punte di un migliaio di «viaggiatori». Parola di Mario Capulli, macchinista della funivia. Elena e Donatella, aquilane, salgono con gli sci colorati sulla cabinovia. La polemica sulla mancata riapertura delle Fontari è stata messa da parte. «Vogliamo solo sciare», dice Donatella, «abbiamo la tessera stagionale e non aspettiamo altro». L’Ustif (organo ministeriale) ha dato il suo beneplacito due giorni fa dopo il collaudo sulla funivia. Ieri è sembrata più che altro una giornata di prove generali. Alle 11,08, dunque, il gruppo di ragazzi e bambini, papà e figli adolescenti sono scesi dalla cabinovia nelle loro tute sgargianti e con gli sci in spalla. Ieri hanno prevalso gli snowboardisti a Campo Imperatore, le sue piste piacciono soprattutto a loro. Antonio è arrivato da Teramo con i figli Marco e Alessandro. «Abbiamo saputo della riapertura e siamo partiti approfittando del bel tempo», commenta il papà, «a Prati di Tivo non c’è neve e aspettavamo che riaprisse Campo Imperatore». Per Manuel e Marco, entrambi aquilani «è ormai una tradizione l’apertura travagliata della stagione invernale», dicono mentre si avviano verso la seggiovia avvolti in una nuvola di neve. Non c’è bufera ma il vento toglie comunque il fiato. Gli sciatori scesi in fretta dalla funivia si sono già quasi completamente dileguati verso la Scindarella. Campo Imperatore resta deserto, con da una parte l’ostello chiuso da tempo, dall’altra l’hotel Campo Imperatore. Qui pernottano Catello Landolfi e la moglie Maria Rosaria. Tutti gli anni la coppia alloggia con i tre figli all’hotel che fu la prigione di Mussolini. «Siamo arrivati il 27», dice Catello, originario di Napoli, ma da 16 anni in Inghilterra. «Siamo innamorati di questo posto», dice. «Siamo rimasti in dubbio sulla venuta quest’anno per la mancata riapertura della seggiovia, ma nei prossimi giorni vogliamo goderci la neve». L’hanno presa male, invece, Gino e Antonella, coppia foggiana a Fonte Cerreto dal 22 dicembre con la bimba di 10 anni. «Abbiamo prenotato all’hotel Nido delle Aquile fino al 30», racconta amareggiato Gino, «ma siamo stati costretti a percorrere 110 chilometri per portare nostra figlia a sciare a Campo Felice. È la prima volta che veniamo all’Aquila, e sarà anche l’ultima». Come biasimarli, considerato che la spesa prevista per la settimana bianca per loro è raddoppiata. Adesso hanno due giorni per sciare sulle piste di Campo Imperatore. Intanto, gli operatori turistici si leccano le ferite di una stagione persa per metà. Il pienone previsto nel periodo natalizio nelle 48 stanze dell’hotel dove passò Mussolini è stato azzerato. Nella seconda parte di queste “sciagurate” feste il pienone è di nuovo garantito fino a Capodanno. Ma quelle 48 disdette, che si sommano alle altre decine negli alberghi di Fonte Cerreto, non cadranno nel vuoto. Gli operatori turistici sono determinati a presentare una class action contro Comune e centro turistico del Gran Sasso. -da il Centro -



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