MONTALCINI: QUELLA GIORNATA SOTTO IL GRAN SASSO NEGLI ANNI '90

 “Un fascino immenso, signorilità, umanità e un’intelligenza fuori dal comune racchiusi in poco più di 40 chili di donna”.

È così che Marcello Bucci, ex direttore tecnico di Cogefar Impresit, ditta costruttrice dei laboratori del Gran Sasso, ricorda Rita Levi Montalcini, scomparsa nei giorni scorsi a 103 anni.

L’incontro nell’agosto del 1990, durante una vacanza del premio Nobel all’Aquila, insieme all’inseparabile sorella gemella.

“Alloggiava all’Hotel Duca degli Abruzzi e chiese lei stessa di poter visitare la struttura sotterranea dell’Infn - spiega Bucci - La accompagnai insieme a Carlo Umberto Casciani, all’epoca presidente nazionale dell’Aido, e all’allora procuratore della Repubblica Gianlorenzo Piccioli. Era molto interessata, non solo all’aspetto scientifico, ma anche a quello tecnico costruttivo dell’opera”.

“Durante il giro dei laboratori - racconta ancora l’ex dirigente - incontrammo il preside della facoltà di Ingegneria di una prestigiosa università californiana, quel giorno anche lui ospite dell’Istituto di fisica nucleare. La Montalcini si fermò a conversare, chiedendogli cosa ne pensasse della struttura. Fu una grande soddisfazione quando lodò l’avanguardia dell’ingegneria italiana rispetto a quella americana, nella costruzione di opere in sotterranea”.

Dopo la visita guidata, un pranzo al ristorante Nido dell’Aquila in un’ atmosfera amicale e piacevole, tra buon vino e i piatti tipici aquilani, molto graditi dalla senatrice a vita, che Bucci ricorda come una ‘buona forchetta’: “Apprezzò molto il locale, ma soprattutto il pranzo”. Poi ironizza “Mangiò molto, non me lo sarei mai aspettato considerando la sua esile mole”

L’ex dirigente sottolinea ancora l’affabilità e l’umanità di quella piccola donna dall’agile cervello, raccontando del suo secondo incontro con lei, il giorno seguente, per poterle parlare di un suo parente colpito da distrofia muscolare.

“Accettò di vedermi in albergo - spiega - nonostante fosse una questione privata. Arrivai assieme al padre del ragazzo affetto da questa grave malattia e parlò con noi per oltre un’ora, invitandoci ad avere fede nella scienza, certa del progresso della ricerca”.

“È stata davvero una grande fortuna poterla incontrare - conclude Bucci - e un grande privilegio. Mi resterà per sempre un bellissimo ricordo”.

- da Abruzzoweb -



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