Stupro nell'aquilano, in aula vittima e l'accusato

Si sono rivisti oggi per la prima volta, nel tribunale dell'Aquila, la giovane studentessa universitaria laziale che fu violentata quasi un anno fa fuori da una discoteca aquilana e l'ex militare campano Francesco Tuccia, accusato di essere lo stupratore. Un dibattimento che si svolge con il rito immediato e a porte chiuse. L'udienza e' stata incentrata sulla deposizione della giovane, parte civile, che ha provato a ricordare. Fuori, esponenti di associazioni contro la violenza su donne.

 “Non ricordo nulla, ma questa storia è un incubo che mi ha stravolto la vita”. A parlare è la studentessa universitaria violentata la notte tra l’11 e il 12 febbraio dell’anno scorso nel piazzale della discoteca «Guernica» di Pizzoli. La giovane ha testimoniato nel processo a carico di Francesco Tuccia. L’ex militare campano è accusato di averla violentata e di averla lasciata tramortita e sanguinante dietro un cumulo di neve .

“Ho solo pochi ricordi di quella notte”, ha raccontato la ragazza al giudice. “Ricordo solo l’ingresso in discoteca e il momento in cui ho consegnato il mio cappotto al guardaroba del locale. Poi il nulla”. Un “nulla” che la ha segnata per sempre: “Da quella sera tutto è cambiato. È un episodio che mi ha cambiato la vita”.

A salvarla (intorno alle 4 del mattino ) era stato l’intervento, davvero fortuito, dei “buttafuori” della discoteca, gli stessi che, dopo averle prestato i primi soccorsi e allertato il 118, avevano bloccato l’auto con la quale Tuccia, sui cui vestiti erano visibili delle macchie di sangue, stava andando via in compagnia di alcuni amici, due ragazzi e una ragazza risultati poi estranei alla violenza e al massacro.

Tuccia, all’epoca militare all’Aquila, era stato arrestato il 22 febbraio e rinchiuso al carcere di Teramo, nella stessa cella in cui si trovava Salvatore Parolisi, il militare poi condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie Melania Rea. Tre mesi e mezzo dopo il 22enne aveva ottenuto i domiciliari, una decisione, questa, che aveva provocato pesanti polemiche e suscitato forte sdegno nell’opinione pubblica.



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