Stupro nell'aquilano, in aula vittima e l'accusato
Posted by Antonio Giampaoli | 2013-01-10 | Commenti: 3 | Letto 988012 volte
Si sono rivisti oggi per la prima volta, nel tribunale dell'Aquila, la giovane studentessa universitaria laziale che fu violentata quasi un anno fa fuori da una discoteca aquilana e l'ex militare campano Francesco Tuccia, accusato di essere lo stupratore. Un dibattimento che si svolge con il rito immediato e a porte chiuse. L'udienza e' stata incentrata sulla deposizione della giovane, parte civile, che ha provato a ricordare. Fuori, esponenti di associazioni contro la violenza su donne.
“Non ricordo nulla, ma questa storia è un incubo che mi ha stravolto la vita”. A parlare è la studentessa universitaria violentata la notte tra l’11 e il 12 febbraio dell’anno scorso nel piazzale della discoteca «Guernica» di Pizzoli. La giovane ha testimoniato nel processo a carico di Francesco Tuccia. L’ex militare campano è accusato di averla violentata e di averla lasciata tramortita e sanguinante dietro un cumulo di neve .
“Ho solo pochi ricordi di quella notte”, ha raccontato la ragazza al giudice. “Ricordo solo l’ingresso in discoteca e il momento in cui ho consegnato il mio cappotto al guardaroba del locale. Poi il nulla”. Un “nulla” che la ha segnata per sempre: “Da quella sera tutto è cambiato. È un episodio che mi ha cambiato la vita”.
A salvarla (intorno alle 4 del mattino ) era stato l’intervento, davvero fortuito, dei “buttafuori” della discoteca, gli stessi che, dopo averle prestato i primi soccorsi e allertato il 118, avevano bloccato l’auto con la quale Tuccia, sui cui vestiti erano visibili delle macchie di sangue, stava andando via in compagnia di alcuni amici, due ragazzi e una ragazza risultati poi estranei alla violenza e al massacro.
Tuccia, all’epoca militare all’Aquila, era stato arrestato il 22 febbraio e rinchiuso al carcere di Teramo, nella stessa cella in cui si trovava Salvatore Parolisi, il militare poi condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie Melania Rea. Tre mesi e mezzo dopo il 22enne aveva ottenuto i domiciliari, una decisione, questa, che aveva provocato pesanti polemiche e suscitato forte sdegno nell’opinione pubblica.
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