Jimmy Ghione è tornato a L'Aquila

 Jimmy Ghione è tornato a L'Aquila per constatare di persona lo stato dell'avanzamento dei lavori.  L'apertura è riservata alla casa dello studente. Con alle spalle la distruzione, l'inviato Mediaset ha ricordato le 8 vite stroncate nella notte del 6 aprile 2009.

Alle prese con la par conditio l'inviato torinese non può che constatare le difficoltà in cui versano i commercianti, come spiegato da Natalia Nurzia, ed evidenziare che L'Aquila centro è quasi deserta.

Tra un'immagine e l'altra il microfono va a qualche raro passante: «Qui è cambiato davvero poco - dice un uomo sulla cinquantina - le istituzioni non ci aiutano».

Lungo il corso la troupe Mediaset non può non notare il 'muro di Berlino', chiamato così dagli stessi commercianti del corso stretto, composto da transenne che vietano il passaggio per un tratto considerato off dopo le scosse dello scorso novembre.

Nella passeggiata nel labirinto di puntelli Ghione si spinge fino al bar Gran Sasso. «L'anno scorso - afferma al microfono - avevamo intervistato il proprietario (Mario Maccarone ndc). Ora il bar è chiuso e c'è un cartello con scritto che l'attività verrà chiusa a fine mese». «Peccato - aggiunge - pochi metri più su un'attività ha chiuso proprio l'altro giorno (la Bavarese ndc)».

Tornando verso piazza Duomo a catturare l'attenzione della troupe del tg satirico - composta dall'assistente Philippe Boa e dal cameraman Cosimo Giannatiempo - è la foto di Roberto Grillo dal titolo 'Fantasmi 3'. Nello scatto sono presenti persone che camminano sotto i portici in una città surreale. «Questa rende l'idea di come è L'Aquila - dice - qui non c'è quasi nessuno. I negozi chiudono e sono passati quasi 4 anni dal terremoto».

A conclusione della passeggiata nella città della ricostruzione, la tappa al cimitero per valutare i crolli. Ad attendere Ghione ci sono due precarie del Bura, licenziate nei primi giorni del nuovo anno. «C'era una proroga per un altro anno - spiegano - invece ci hanno mandato a casa preferendo l'Arit di Teramo».

Consapevole che dovrà continuare a vigilare per molto sulla ricostruzione, Ghione non può che chiudere con un arrivederci: «Non vi lasceremo soli. Torneremo nuovamente a marzo».



 



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