I dipendenti del Centro Turistico chiedono di incontrare Bersani

 Hanno chiesto un incontro con il leader del Pd Pier Luigi Bersani, i dipendenti del Centro turistico del Gran Sasso, che sono preoccupati dalla piega che ha preso l’operazione di privatizzazione dell’azienda. Operazione che dovrebbe essere condotta con il coinvolgimento di Invitalia e facendo affidamento sui fondi donati dal Pd attraverso la legge mancia. Gli stessi fondi con cui il Comune ha acquisito il complesso del polo elettronico: sono stati spesi 4,2 milioni, il resto degli 8 milioni doveva servire a Invitalia, tramite Italia turismo, per rilevare il pacchetto societario del Ctgs. Nel frattempo il sindaco Massimo Cialente ha sfiduciato l’ex presidente dell'azienda, Alessandro Comola, che stava portando avanti le trattative con Invitalia. Per questo, i 35 dipendenti del Ctgs hanno deciso di sollecitare l’intervento del segretario nazionale del Partito democratico. Tra l’altro, sono ancora in attesa del versamento dello stipendio di dicembre e temono che il loro posto di lavoro sia in bilico: «A metterlo in pericolo», scrivono nella lettera inviata a Bersani, «è l’inspiegabile mutamento di rotta del sindaco rispetto alla privatizzazione attraverso Invitalia, che aveva intenzione di acquistare il Centro turistico con i fondi donati dopo il sisma dai parlamentari con la legge mancia. Il Comune ha acquistato i capannoni, ma Invitalia non ha ancora deciso se acquistare l’azienda». I lavoratori difendono anche l’operato dell'ex presidente Alessandro Comola, dimissionato dal sindaco dopo la vicenda dei ritardi nella partenza della stagione sciistica. Al suo posto c’è oggi Umberto Beomonte Zobel. I dipendenti ritengono la revoca di Comola irragionevole e lanciano l’allarme sulla volontà di far fallire l’azienda oppure di svenderla: «Ci inquieta sapere», aggiungono nella lettera a Bersani, «che la ragione della revoca sia la mancata realizzazione della revisione ventennale della seggiovia. Il sindaco stesso aveva, con un atto formale in assemblea del Ctgs, demandato la revisione a persone di sua fiducia, spogliando così l’intero consiglio di amministrazione delle competenze su tale attività. Il nostro timore è che si voglia far fallire o comunque dare la nostra azienda, magari ingrassata di fondi pubblici, a qualche privato senza scrupoli». Da qui l’appello al presidente del Pd: «Le chiediamo dunque di poter essere ricevuti appena possibile, per spiegarle la gravità della situazione. E ricordi a Cialente che noi non siamo stati una vita a Campo Imperatore per prendere vento gelido, ma anche per dare da vivere alle nostre famiglie». Romana Scopano 

- da Il Centro -



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