10 Orti nelle tendopoli

L’incontro alla Villa Comunale dell’Aquila per l’affidamento delle attrezzature dei 10 «Orti nelle tendopoli» si è risolta in una vera e propria festa della terra e dei suoi frutti, portati dai volontari e da quanti in ciascuna delle tendopoli hanno portato avanti con dedizione ed impegno il progetto promosso dal Parco del Gran Sasso e Monti della Laga e da Slow Food.
 «Con la chiusura delle tendopoli e l’approssimarsi della naturale fine stagionale degli orti primaverili ed estivi» scrive il Parco «il progetto prosegue mutando forma ma non gli obiettivi che restano quelli della compartecipazione e della condivisione, grazie all’azione di Associazioni ed Enti locali, che si sono impegnate, sottoscrivendo con i promotori un atto ufficiale, a ricollocarle sul territorio, facendo nascere nuovi orti collettivi accanto a scuole e punti di aggregazione, con scopi sociali od anche riabilitativi». I protocolli sono stati firmati dal direttore Marcello Maranella, e dall’agronomo dell’ente Silvia De Paulis, delegata da Slow Food di cui è Governatrice per l’Abruzzo.
 Cofirmatari rispettivamente la Proloco di Onna che ha assunto l’impegno a realizzare un orto nei pressi della nuova scuola, l’associazione il Treo per Camarda, l’Amministrazione dei Beni Separati per l’orto di Arischia, l’associazione Mira per Paganica, l’associazione Ricostruiamo Castelnuovo per Castelnuovo, l’associazione La casetta che non c’è per Pagliare di Sassa.
 Le attrezzature dell’orto di Collemaggio sono state concesse in comodato d’uso gratuito all’associazione italiana Persone Down sede dell’Aquila, mentre i restanti orti, in attesa di individuare idonei affidatari, sono stati assegnati ai rispettivi Comuni e, nel caso di Pizzoli e San Felice d’Ocre, probabilmente sorgeranno a servizio delle scuole.
 «Dall’incontro» continua la nota il Parco «è emersa la volontà espressa di portare avanti il progetto anche al fine di creare una vera e propria Rete di Orti, che possa nel futuro portare ad occasioni di scambio di esperienze e di sementi, nell’alveo della già affermata e funzionale rete degli Agricoltori Custodi del Parco, a vantaggio delle collettività e della salvaguardia dell’grobiodiversità sul territorio».



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