le casette di legno, non sono dimore di proprietà, non escludono dal CAS

Le casette di legno, realizzate dai cittadini nel post sisma in base alla delibera 58, non sono dimore di proprietà. Gli uffici comunali dovranno dunque restituire il contributo di autonoma sistemazione sospeso alle decine e decine di cittadini che nel censimento hanno dichiarato di avere una casetta di legno. L’assessore comunale Fabio Pelini parla di un errore di elaborazione dati. Ora l’ufficio sta rimediando e restituirà il Cas eventualmente arretrato. «Nel censimento fatto dal 10 al 30 settembre - spiega - c’era una domanda sul tipo di abitazione in cui si vive, alla quale si doveva rispondere specificando se era o meno dimora di proprietà. Le casette di legno, che sono provvisorie, a tutti gli effetti sono beni di proprietà». «Ebbene - chiarisce Pelini -, in fase di elaborazione dei dati si è fatto un errore materiale, sospendendo il Cas a queste famiglie, in quanto per legge se un cittadino a un’altra casa di proprietà oltre quella non più agibile, non avrebbe diritto al Cas». «Tuttavia - aggiunge l’assessore - nel caso delle abitazioni di legno costruite con delibera 58 questa regola non deve essere applicata, perché si tratta di strutture provvisorie, anche se di proprietà, che andranno smantellate quando la propria casa tornerà agibile». Tutto ciò è da vedere visto che finora nulla si è mosso. Non si è proceduto a demolire neanche le casette realizzate sulle aree a elevato rischio esondazione classificate p4. L’ufficio per l’Assistenza alla popolazione sta già provvedendo a correggere l’errore di elaborazione e tutti i contributi dovuti e non inviati saranno restituiti ai cittadini. Ma per agevolare il lavoro dell’ufficio, l’assessore Pelini chiede la collaborazione dei cittadini: «Se siete tra coloro che stanno in questa situazione e vi è stato bloccato il Cas, comunicatelo personalmente o per iscritto. L’ufficio compenserà e restituirà i soldi a tutti, ma la vostra comunicazione agevolerà il lavoro attraverso delle verifiche incrociate». Ora, dunque, è attesa la collaborazione dei cittadini per rimediare all’errore.

 



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