Ragazza violentata all'Aquila, la sentenza Otto anni a Tuccia

 Non tentato omicidio ma solo violenza sessuale: con una condanna a otto anni di carcere, a meno di un anno dai fatti contestati, si è chiuso il processo a carico dell’ex militare Francesco Tuccia, accusato dello stupro commesso davanti alla discoteca «Guernica» di Pizzoli. La sentenza, pronunciata davanti a un’aula stracolma (dopo che il processo è stato celebrato a porte chiuse) è arrivata ieri pomeriggio dopo un’ora e mezza di camera di consiglio quando il presidente del collegio Giuseppe Grieco ha letto il dispositivo. Una sentenza che farà discutere e non collima affatto con le richieste del pm David Mancini il quale aveva chiesto ben quattordici anni di carcere per il giovane imputato, ieri in aula insieme alla ragazza laziale da lui violentata. I due erano separati da un cordone umano. I giudici hanno derubricato l’altra imputazione di tentato omicidio in lesioni gravi, di lì la condanna inferiore rispetto alle richieste di Mancini. La parte civile, rappresentata dall’avvocato Enrico Maria Gallinaro, e la rappresentante del Centro antiviolenze, avvocato Simona Giannangeli, si sono rimessi alle conclusioni fatte dalla Procura. Tornando alla sentenza, il collegio, composto anche dai giudici Carla Ciofani e Italo Radoccia, ha disposto come pene accessorie l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’interdizione legale per la durata della pena oltre al pagamento delle spese per il suo mantenimento in carcere. Attualmente, però, Tuccia è ai domiciliari. È stato condannato anche a pagare una provvisionale alla parte civile di 50mila euro e duemila al Centro antiviolenza. Tra novanta giorni le motivazioni della sentenza. L’imputato, che è uscito dall’aula poco prima della lettura della sentenza, ha raccontato la sua verità durante un breve interrogatorio. «Il rapporto è stato consenziente», ha detto ai giudici. «Abbiamo iniziato il rapporto e successivamente, di comune accordo, siamo andati oltre. Poi sono fuggito alla vista del sangue ma solo per paura». Tuccia ha anche raccontato che quando è scappato la ragazza non era tramortita ma vigile. Parole che gli sono state contestate dal pm visto che alla polizia giudiziaria aveva fatto altre affermazioni. Non è un caso che la ragazza fu salvata proprio dai buttafuori della discoteca pizzolana che la trovarono esanime. Infine ha affermato che le lesioni alla studentessa sono state causate con la mano, tesi ritenuta verosimile dal perito del tribunale. L’ingresso dei giudici è stato preceduto da momenti di tensione visto che, in occasione di una breve uscita dall’aula di Tuccia, qualcuno dei presenti gli ha gridato «Vergognati». Tensione che ha condizionato anche l’ex caporale che, alcuni minuti prima di allontanarsi, ha mormorato: «Sto male». La sentenza è stata accettata di buon grado dalle parti civili anche se dalle espressioni traspariva delusione. Gli avvocati della difesa, Antonio Valentini e Alberico Villani, non hanno rilasciato dichiarazioni come lo stesso pm. «Otto anni non sono un’ inezia, rispetto la sentenza», ha commentato l’avvocato Gallinaro. «Il messaggio che deve passare è che l’imputato è stato riconosciuto colpevole della violenza sessuale e la pena è molto pesante». «Io credo», ha commentato l’avvocato Giannangeli, «che questa sentenza possa e debba svolgere la sua unica e precisa funzione: quella di aver stabilito con chiarezza le responsabilità e di restituire in qualche modo un minimo di giustizia alla giovane studentessa e indirettamente a tutte le donne di questo Paese».

 - da Il Centro -



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