Dentro la materia oscura - Nuovi esperimenti tra il Gran Sasso e gli Stati Uniti

Nelle profondità dei laboratori del Gran Sasso potrebbe essere svelato il segreto della materia oscura. Nuovi esperimenti sono realizzati per monitorare e catturare le collisioni tra particelle considerate inafferrabili (definite “Weakly Interacting Massive Particle”). Tanto invisibili (non emettono luce, ndr) quanto essenziali per spiegare i legami del cosmo e la formazione in così breve tempo delle galassie. Almeno se si prende in considerazione la cosmologia moderna, quella che si basa sul Big Bang.

NUOVI ESPERIMENTI - Gli scienziati sperano di far luce su una delle sostanze più misteriose del nostro universo, come conferma la Bbc. Se più dell’80 per cento della massa del cosmo è oggi già nota, la materia oscura non è stata invece ancora identificata direttamente. Nel laboratorio nazionale del Gran Sasso così si cercherà di scrivere una nuova pagina fondamentale per la fisica e il progresso scientifico. Protetto dai raggi cosmici che bombardano la Terra, a 1400 metri sotto il livello della superficie, il laboratorio italiano fornisce agli scienziati quel ​​”silenzio” di cui hanno bisogno per comprendere alcuni dei fenomeni più strani noti alla fisica. Con l’esperimento ribattezzato “DarkSide50″ si proverà a rintracciare una sostanza che secondo gli scienziati è fondamentale per la composizione dell’universo.

LA MATERIA OSCURA – In base agli studi finora condotti dai ricercatori,  si pensa come il 73% del cosmo sia formato da energia oscura – un campo che agisce come una sorta di forza anti-gravitazionale per evitare che lo stesso universo possa contrarsi su se stesso. Al contrario per il 23% si presenterebbe sotto forma di materia oscura. Peccato che nessuno sia riuscito ancora ad osservarla. Il ricercatore Chamkaur, un fisico delle particelle allo University College di Londra, prova a spiegare: “Non possiamo sentire la forza elettromagnetica, né è possibile osservare la luce”. Eppure gli scienziati credono che milioni di particelle si scontrino tra loro, senza lasciare alcuna traccia. “Prima o poi – qualcuna si imbatterà nella materia ‘normale’”, spiegano. Ed è questo che sperano di poter rilevare con “DarkSide50“.

URTI CON L’ARGON – E’ stato creato un sorta di abitacolo, dalle dimensioni di un serbatoio, con tanto di rilevatore di particelle. Riempito con 50 chilogrammi di argon liquido, oltre ad uno strato dello stesso elemento in stato gassoso. Così si cercherà di individuare gli urti della materia oscura con i nuclei dell’Argon. Finora la caccia alla materia oscura non è andata a buon fine, ma gli scienziati sono convinti che questa volta si potrebbe voltare pagina. Accanto a questo esperimento, sempre in questi giorni sarà attivato quello che viene definito come “il rivelatore di materia oscura più sensibile al mondo“. Sarà Lux, una macchina innovativa che si trova a circa un chilometro di profondità nelle Black Hills, in una vecchia miniera d’oro nel South Dakota (Stati Uniti) a cercare di svelare il mistero e cercare di catturare le collisioni tra le particelle. E per i prossimi anni gli  scienziati stanno progettando anche altri piani ambiziosi, come XENON1T e LUX-Zeplin, con l’obiettivo di trovare finalmente la prima prova sperimentale dell’esistenza di queste particelle.

(Photocredit: Bbc)

 



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