Arriva il cane di quartiere a l'Aquila

Dopo il carabiniere e il vigile di quartiere, ora tocca al cane. Ebbene sì: gli amici a quattro zampe più buoni, non pericolosi, potranno vedersi riconoscere questo status. Con una serie di benefit: vaccinazioni, iscrizione all’anagrafe canina, una medaglietta al collo con i dati, punti di alimentazione e riparo, copertura assicurativa a carico del Comune. Il tutto ha un prezzo, però. Il cane dovrà essere docile, stabilmente residente nel quartiere e soprattutto dovrà «vantare» relazioni non turbolente con gli abitanti e una buona integrazione con l’ambiente. Ma come si fa a far diventare un randagio un cane di quartiere? Il Comune l’ha chiarito con un avviso pubblico dello scorso 6 febbraio che in realtà recepisce una delibera del 2002 che contiene il regolamento per la tutela, detenzione e circolazione di animali. I cittadini possono segnalare all’ente i cani che vogliono candidare come «di quartiere», assumendo la figura di referente per il benessere e il mantenimento dell’animale. Ovviamente la segnalazione potrà arrivare anche dalle associazioni di volontariato. La proposta dovrà essere inviata entro le 12 del prossimo 28 febbraio, a mano o spedita all’assessorato all’Ambiente di via Aldo Moro. Un termine che comunque non è perentorio: verranno esaminate anche le proposte arrivate fuori tempo. A quel punto il servizio veterinario dell’Asl, d’intesa col Comune e con le associazioni che si occupano di proteggere gli animali, definiranno le condizioni e creeranno l’elenco dei «cani di quartiere». L’Asl si occuperà di dotare gli amici a quattro zampe del microchip, vaccinarli, soccorrerli e sorvegliarli. Il referente della domanda, invece, di gestire il cane, mantenerlo e sistemarlo in luoghi idonei.

 



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