Sul Gran Sasso d’Italia, a 2200m sorge l’osservatorio di Campo Imperatore, stazione osservativa dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Roma. Nella cupola EST è operativo il telescopio AZT-24, un Ritchey-Chretien da 1.1 metri equipaggiato con la camera infrarossa SWIRCAM,
 gestito in collaborazione con l’INAF – Osservatorio Astronomico di Teramo. Per le sue peculiarità (unico strumento infrarosso dell’INAF operativo sul territorio nazionale) il telescopio è impiegato in campi d’indagine molto specifici quali: follow-up di SNe, GRB, monitoraggio di AGN e formazione stellare.

Grazie ad un recentissimo upgrade del sistema di controllo del telescopio, l’AZT-24 è ora in grado di eseguire osservazioni molto complesse come l’inseguimento di transienti veloci quali i NEO e i detriti spaziali (Space Debris). Questo ha permesso allo staff di Campo Imperatore, diretto da Andrea Di Paola, di fare una vera “ripresa in volo” dell’asteroide passato vicino al nostro pianeta la scorsa notte. “La notte era cominciata male per via delle condizioni avverse del cielo – ci rivela Andrea Di Paola – ma, come spesso succede a Campo Imperatore, il cielo è mutato e alle 4:00 siamo riusciti a riprendere l’asteroide grazie alle precise posizioni fornite dal servizio Neodys”.
I due filmati sono stati realizzati componendo immagini ottenute tra le 4:32 e le 5:05 della mattina del 16/2/2013.2012DA14_J1

La differenza tra i due filmati consiste nella tecnica adottata per acquisire le singole immagini. Nel caso della prima animazione, ciascuna immagine di 10 secondi di esposizione in banda J è stata ripresa con il telescopio in movimento per compensare lo spostamento apparente delle stelle che in questo modo appaiono fisse e puntiformi mentre l’asteroide attraversa il campo di vista da Sud verso Nord. Nella seconda animazione le immagini, ancora di 10 secondi di posa in banda J, sono state riprese mentre il telescopio inseguiva il moto apparente dell’asteroide che così risulta fermo nel centro del campo mentre le stelle gli sfilano attorno. Questa tecnica viene normalmente impiegata per individuare oggetti molto deboli e veloci che altrimenti non lascerebbe nessuna traccia rilevabile sui sensori. Sempre con quest’ultima tecnica è stato anche possibile acquisire uno spettro infrarosso dell’asteroide.

“Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto – continua Di Paola – date le difficoltà d’inseguimento di oggetti transienti e veloci come questo. Si è trattato in effetti del battesimo di un sistema complesso e sofisticato che ha come finalità quella di estendere il campo di impiego dell’AZT-24 all’osservazione di NEO e detriti”.

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