Banditi specializzati in azione a Pettino, Spaccata in gioielleria, spariti gli orologi

La banda dei tombini colpisce alle quattro del mattino. Un’azione organizzata nei minimi particolari. Tronchi in mezzo alla strada per sbarrare l’accesso alle auto. Dei proprietari e della polizia. Tombini di ghisa divelti e usati per spaccare le vetrine. Piede di porco per forzare la porta d’ingresso. Volti completamente coperti, alla faccia delle telecamere. Tre minuti tre dentro il negozio. Giusto il tempo per far sparire tutto dalla vetrina della gioielleria, compresi gli orologi Breil fine serie scontati al 50 per cento. I regali al tempo della crisi. Poi la fuga dal retro aiutati dai complici. Teatro della spaccata notturna la gioielleria Angelone nella galleria commerciale Amiternum di Pettino. LADRI BOSCAIOLI. Lo stupore più grande per Mimmo, il titolare della gioielleria prima del terremoto situata in via Roio, all’ombra della Cattedrale di San Massimo, è vedere quei grossi tronchi messi di traverso sulla strada di accesso alla galleria commerciale. Dove fino a mezzanotte e passa ci sono bar aperti. Ma dall’ultima saracinesca abbassata alla prima che si alza del nuovo giorno, intorno alle 5, c’è un buco nero. L’accesso alla galleria resta aperto. Manca un vigilante fisso. La protezione dei negozi è affidata soltanto alla buona sorte e alle telecamere. L’ALLARME. I proprietari del negozio, appena scatta l’allarme, si vestono immediatamente e si precipitano nella galleria commerciale. Non abitano lontano. Ma non arrivano in tempo. I ladri forse sono ancora in zona, tanto che, per guadagnarsi qualche minuto ancora di vantaggio, pensano bene di piazzare i tronchi per bloccare il passaggio delle auto. Sfruttando la doppia uscita, i ladri si dileguano in un attimo nel buio della notte. A chi arriva subito dietro di loro non resta altro da fare che raccogliere i vetri infranti coi tombini di ghisa divelti dal piazzale e usati come ariete. E contare i danni. Mancano dagli scaffali parecchi pezzi. Spariti diversi orologi di marca e altri preziosi. «Il danno è da quantificare», precisano al negozio, dove arrivano anche gli altri commercianti della galleria per esprimere il loro sconcerto ma anche la solidarietà ai derubati. CACCIA ALLE IMPRONTE. Arriva anche la Scientifica a caccia di impronte digitali. Tuttavia, a quanto pare, i malviventi pensano anche a questo. Forse saranno i guanti di lattice a coprire l’identità dei componenti della banda. Il coro unanime dei negozianti strozzati dalla crisi è «Nessuno ci aiuta». Ne sa qualcosa una ragazza che sta distribuendo questionari per conto di Confcommercio. Indagini difficili. La prima contromisura dei negozianti è quella di autotassarsi (ancora) per pagare la mezza nottata a un vigilante fisso.


 
 



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