Il CAI dice NO al declassamento del camoscio d'Abruzzo

"Porteremo la questione all'attenzione del Club Alpino Nazionale affinche' esso faccia sentire forte la sua voce in sede europea contro l' ipotesi che il Camoscio d'Abruzzo possa essere declassato".

Lo afferma in una nota il presidente regionale del CAI Abruzzo, Eugenio Di Marzio, accogliendo l' invito del sindaco del comune di Farindola che ha trasmesso al CAI la delibera del Consiglio comunale contro l' eventualita' di un immotivato declassamento per iniziativa dei paesi dell' Unione europea (Italia compresa) che ne discuteranno a Bangkok (Thailandia) dal 3 al 14 marzo prossimi nel corso della sedicesima riunione della Conferenza delle parti (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie in pericolo).

Di Marzio dopo aver ricordato che "il camoscio d' Abruzzo e' il simbolo del Parco nazionale del Gran Sasso d' Italia e che per anni e' stato oggetto di sterminio da parte di bracconieri senza scrupoli che ne hanno messo in pericolo la stessa sopravvivenza" nella nota auspica "che tempi cosi' foschi per una delle specie simbolo della fauna appenninica siano definitivamente scongiurati e che non si debbano rimpiangere, in futuro, decisioni avventate che potrebbero far abbassare la guardia nei confronti della salvaguardia complessiva delle specie animali dei parchi nazionali e regionali abruzzesi".

"Come CAI Abruzzo - conclude Di Marzio - condividiamo le preoccupazioni del comune di Farindola, della locale sezione Cai, di tutte le istituzioni e di tutti coloro che oggi hanno a cuore le sorti della montagna abruzzese perche' riteniamo che il suo ecosistema, tutelato e salvaguardato nei modi giusti, possa essere uno dei fattori di sviluppo dell' intera economia regionale".



 



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