Pensiero per l'8 marzo - Io la penso così

- di Stefano Leone - Chiedo scusa. Chiedo scusa se, così come ho sempre fatto e sempre farò, non ho formulato auguri alle donne. Non lo faccio perché non amo offendere; non lo faccio perché non amo essere finto; non lo faccio perché amo considerare e consacrare. Si, perché fare gli auguri oggi, parlare di Festa della donna, a me appare riduttivo, offensivo e come esaltare qualcosa da festeggiare oggi e poi rimettere a posto. La donna non è questo; la donna va festeggiata e considerata ogni mattina che il sole prende il posto della luna e ogni volta che la luna sostituisce il sole. La donna va ascoltata e non sentita; va considerata non sottovalutarla; sopra ogni cosa va rispettata come persona non considerata cosa propria. Ho spesso peccato con la donna, ho spesso discusso con fidanzate, mogli, amanti e conoscenti ma mai, ho solo lontanamente sfiorato il pensiero, di offendere la rispettabilità della donna-persona. Lo so, molte donne amano oggi ricevere auguri e mimose, in fondo è pur sempre un gesto di considerazione da parte di chi lo fa e di civettuola femminilità per la donna ma, non è questo il lato negativo. La negatività è nel considerare festa di un giorno ciò che andrebbe osannato ogni attimo: l’essere donna. Per chi come me, l’8 marzo rappresenta una pietra miliare della vita, essendo nato proprio l’8 marzo di “un’altra vita”, voglio considerare questa coincidenza come il segno del più evidente, tangibile, vero e cristallino segno di rispetto per la donna, vera icona dell’esistenza della vita sociale, familiare e personale di ogni uomo. Chiedo scusa, ma non farò auguri.   

 



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