Ricostruzione, paesi dimenticati, ci saranno cittadini di serie A e cittadini di serie B

In questo periodo tiene banco sui mezzi di comunicazione la polemica generata in seguito alla pubblicazione delle famigerate schede parametriche e che vede contrapposti gli Ordini professionali e il Comune dell’Aquila. Il 25 ottobre 2012 è invece passata quasi inosservata la pubblicazione da parte del Comune dell’Intesa sottoscritta dal Direttore Regionale per i Beni e le Attività Culturali per l’Abruzzo e il Sindaco dell’Aquila in merito all’attestazione dell’interesse paesaggistico riguardante gli edifici appartenenti al nucleo antico della città dell’Aquila. Con questo documento si riconosce, in sintesi, il valore paesaggistico degli edifici che compongono il tessuto urbano dell’area denominata “area A” del centro storico del Capoluogo. Tale intesa rappresenta un fondamentale passo in avanti rispetto alla precedente normativa che in maniera ottusa equiparava la riparazione degli edifici della periferia con quelli del nucleo storico. Grazie a quest’intesa infatti gli edifici di una parte del centro storico dell’Aquila vedranno incrementato l’indennizzo base, di 1200 € /mq , circa a valori che potranno vedere quasi raddoppiato il contributo base. Il limite grave di questo accordo è che l’intesa si ferma alla “zona A” del Capoluogo. I restanti centri storici dei Comuni del cratere e tutti i Centri storici delle frazioni rimangono fuori da questi accordi. Il paradosso ulteriore è che con l’utilizzo della scheda parametrica (che tra l’altro prevede di calibrare il contributo base con il livello di danno) il limite di convenienza nella maggior parte dei casi risulta inferiore a quello che veniva fuori con la procedura precedentemente utilizzata. In alcune frazioni poi il paradosso è ancora più marcato. Caso emblematico è quello Paganica, dove una grande porzione del Centro storico è soggetta a vincolo paesaggistico indiretto. Tale vincolo obbliga i tecnici a richiedere il parere alla Sovrintendenza, limita e definisce i tipi di interventi sui fabbricati però non contribuisce all’aumento del contributo base. Il panorama che si prospetta nei prossimi mesi è quello di vedere da una parte un centro storico (quello del Capoluogo) dove, dopo anni di inerzia, sarà possibile in alcune zone iniziare ad avviare le procedure per la ricostruzione e, dall’altra i centri storici delle frazioni e dei Comuni limitrofi fermi ed abbandonati al degrado e all’incuria. A farne le spese ovviamente i cittadini. O meglio, i cittadini di serie B, quelli che pur pagando le tasse come i loro fratelli di serie A, si vedono negare gli stessi diritti. Il sospetto è che dietro questa continua incertezza e cambi di regole ci sia una mancanza di fondi e, quello che ancora più grave, una mancata volontà da parte dell’Amministrazione (in particolare quella locale) di decidere delle priorità. Sarebbe molto più corretto essere onesti e prospettare ai cittadini delle frazioni, e dei Comuni “B”, dei tempi di rientro diversi da quelli che vengono continuamente promessi dando modo alle persone di poter riprendere a programmare quel futuro che da aprile 2009 sembra essere sospeso in un drammatico limbo. Di tale onestà ne gioverebbero anche tutte quelle persone, (tecnici, imprese, commercianti, imprenditori) che sulla ripresa delle frazioni e dei piccoli comuni stanno investendo tempo e risorse. Sarebbe opportuno che i cittadini venissero messi al corrente di questa situazione e cominciassero a far sentire le proprie ragioni attraverso l’unico strumento di cui ancora dispongono: la legge. Le recenti sentenze del Tar che hanno più volte bocciato l’Amministrazione rafforzano questa mia convinzione.

 



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