NEI VIVACI FESTEGGIAMENTI PER I CENTO GIORNI, RAGAZZA DI ASSERGI FERITA A UN OCCHIO

Scuole ridotte a un guazzabuglio con letame scaricato all’esterno, musica e fracasso d’ordinanza, momento catartico con la messa a San Gabriele, arrostata e festona finale. E il «tradizionale» ferito per qualche bravata sfuggita di mano. Tutto secondo copione ai 100 giorni dagli esami di maturità, celebrati ieri dagli studenti all’ultimo anni con quartier generale nella zona più concentrata di scuole, quella di Colle Sapone, in un clima di goliardia che spesso trascende e lascia perplesso più di qualcuno. Nella foga della ressa di studenti davanti agli edifici scolastici, questa la «ciliegina» sulla torta, una ragazza di Assergi è rimasta ferita a un occhio, forse a causa di una gomitata o molto probabilmente di un uovo, visto che dalla prima mattinata i ragazzi si sono divertiti a lanciarli fuori dalle scuole. Portata al Pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore, la giovane è stata ricoverata con un vistoso ematoma, ma fortunatamente niente di più grave. Per il resto, tanto tanto caos. Letame, pacchi di farina, aceto, uova, tutto buttato a terra ma anche in aria, lanciati dai ragazzi, questa la scena a cui si assisteva attraversando il campo di battaglia delle scuole. Non a tutti è andato giù lo spettacolo, comunque. «È una cosa troppo esagerata - racconta Claudia, vestita da puffo per l’occasione - sarebbe stato meglio se avessimo preso tutto quello che abbiamo comprato e l’avessimo portato alla mensa di Celestino. È andato sprecato molto cibo». La sua classe del liceo Scientifico, si è mascherata da puffi e indossa una maglietta molto eloquente: tutta azzurra con stampata una filastrocca per i professori, implorante magnanimità durante le prove d’esame. «L’anno scorso abbiamo esagerato - ammette Irene, del liceo Alberghiero - Stavolta secondo me è un po’ più tranquillo, certo è sempre sporco per terra però molto meno. Qua per terra c’è anche letame». Il finale? Uguale per tutti. «Adesso andiamo a farci benedire le penne, torniamo qua, andiamo a fare un’arrostata, poi ci cambiamo, ci sistemiamo e cena».
 



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