Assergi: frammenti di vita vissuta – il bucato al fiume

- di Sante Acitelli - Camminare lungo il sentiero che costeggia il fiume (in realtà è solo un piccolo torrente di montagna), il piccolo grande immutabile "Raiale" con la sua acqua sempre fredda e cristallina; osservare le pietre sommerse sperando di vedere una trota ed i ricordi che tornano alla mente, improvvisi, nascosti in un angolo della memoria. Ricordo quando si faceva il bucato al fiume, quando ancora non c’era la lavatrice e tanto meno l’acqua in casa! Si scendeva dalla porta del Rio, verso il mulino; sulla testa, le donne portavano i panni con la tavola per lavare; si mettevano in ginocchio e, cantando per far passare il tempo e sentire meno la fatica, bagnavano, strofinavano e sciacquavano e così per ore ed ore; quella lana pesante, quel cotone così duro … DIO come doveva essere faticoso! Il sapone era fatto in casa, quello con il grasso di maiale e soda, che ti lasciava quel profumo di pulito che solo la memoria può farti "sentire"! Diverso era quando si faceva il "bianco"; le lenzuola per esempio! Si mettevano "a mollo" nella tinozza con acqua e la "cenna" (cenere) che li rendeva bianchi come nessun sbiancante di oggi può fare. Ricordo uno di quei "momenti magici": c’era un pozza (e solo in quella chissà perchè), che si riempiva di migliaia, letteralmemte migliaia di piccole farfalle celesti, una nuvola di farfalle tutte uguali! Se era in estate, si rimaneva tutto il giorno e si aspettava che il bucato asciugasse al sole, disteso sull’erba. Non capivo come mai il fiume fosse sempre pieno di donne, ogni volta che andavo con mia madre, erano tutte là a lavare; più tardi capii che il giorno era prestabilito in modo che i contadini dei paesi "a valle" non irrigassero i campi con l’acqua sporca e piena di sapone. Vita dura, Vita difficile, Vita di … Gente di Montagna! by Cifone
Riferimenti: Gite sul Gran Sasso


 



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