Concorsone, la festa dei trecento del posto fisso

 I trecento vincitori del Concorsone sono arrivati tutti insieme nell’aula magna di Scienze umane per firmare il contratto a tempo indeterminato per lavorare negli uffici della ricostruzione. Appuntamento alle 9,30 nella sede universitaria in centro storico, anche se per la prima firma si è dovuto aspettare circa un’ora. E molti di loro, provenienti da diverse regioni d’Italia, hanno dovuto attendere fino al pomeriggio prima di poter avere in mano il contratto per il posto fisso nella pubblica amministrazione. Ragazzi di 25 anni ma anche lavoratori sulla quarantina hanno affollato le scale che portano all’aula magna. La firma del contratto dei 300 vincitori del concorsone è avvenuta a un mese esatto dalla convocazione all’Auditorium del Parco del Castello. In quell’occasione, in presenza dei vertici del Formez, i vincitori furono chiamati a indicare il luogo (o più luoghi) di destinazione. Quello è stato il giorno in cui il Formez è uscito ufficialmente dalla gestione del concorso. Ieri, ai vincitori sono arrivati gli auguri del presidente del Formez Carlo Flamment: «È un giorno importante per il nostro Paese. In un momento di crisi economica e sociale per l'Italia, 300 giovani hanno in mano un contratto di assunzione a tempo indeterminato. Questo, però, non costituisce un traguardo, bensì un punto di partenza: da domani questi giovani, che hanno vinto solo in base al merito e alla preparazione, dovranno iniziare a servire lo Stato con dedizione e a lavorare sodo affinché la città dell’Aquila risorga». LE EMOZIONI. Quella di ieri è stata la giornata dell’emozione e della gioia di essere arrivati a una svolta nella propria vita. Emozionata Daniela Ronconi, 36 anni, dell’Aquila, la prima a firmare il contratto. «Sono felicissima», ha detto con voce tremante, esibendo il suo badge. «Sono precaria da 12 anni, ho lavorato al Dicomac, alla Sge e fin dai primi istanti dopo la scossa mi sono data da fare con la Protezione civile». A partire dalla prossima settimana la vita di Daniela cambierà. La firma del contratto a tempo indeterminato, che avrà decorrenza a partire dal 2 aprile, per molti significa passare finalmente da una condizione di precariato a una di stabilità. Come nel caso di Antonella, che viene dal Nord (preferisce non dire la città) e ha un fidanzato abruzzese. «Per me è innanzitutto un’opportunità per contribuire alla rinascita della città», spiega. Ma «cambiare abitudini, lasciare la mia regione e la famiglia non sarà facile». Prima i giovani dal Sud si spostavano nelle regioni settentrionali per cercare un lavoro. «Questa volta sta avvenendo il contrario», fa notare ancora Antonella. In attesa di entrare a firmare ci sono giovani alla loro prima occupazione importante, come la ragazza di 25 anni di Lanciano che andrà a lavorare in uno dei Comuni del cratere sismico. Ma anche 38enni come Luca, originario di Caserta, che ha lasciato moglie e famiglia in Campania. Sarà lui a partire ogni fine settimana per andare a trovarli. Mentre aspetta il suo turno per la firma del contratto si lascia andare a una considerazione: «Certo, adesso i responsabili degli Uffici speciali per la ricostruzione si potranno dotare di consulenti che li affiancheranno. Ma ci vorranno molti soldi pubblici per pagarli». Marta Cosentino, 30 anni, viene dalla Basilicata ma vive a Miglianico, in provincia di Chieti, dove si è sposata. Da precaria della Provincia di Chieti sarà assunta nel Comune di Bussi sul Tirino. Firmeranno per andare a lavorare a Bussi anche Michela Romano, 26 anni di Napoli, che fino all’altroieri era architetto libero professionista, e Alessandro De Luca, 46 anni compiuti oggi. Poi ci sono due mamme aquilane. Come Carmelina ed Emily: una delle due andrà a lavorare nel Comune di Barete, l’altra in quello dell’Aquila. Emily per 10 anni è stata precaria dell’Università.

- da Il Centro -



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