Sottoterra per riportare la materia oscura alla luce

- foto di Paolo Lombardi - Il nostro universo è un ammasso misterioso di cui al momento possiamo vedere solo il 4%. Il resto è anche materia oscura che continua a sfuggirci. Una delle maggiori sfide della scienza è proprio quella di trovarla.

Mentre ad oltre 300 chilometri dalla Terra, sulla Stazione Spaziale internazionale, lo spettrometro magnetico AMS potrebbe avere trovato le prime tracce di materia oscura, avendo individuato un eccesso di positroni nel flusso di raggi cosmici, un’altro tipo di ricerca si sta effettuando sottoterra, sul nostro pianeta, sugli Appenini, presso il Laboratorio Nazionale del Gran Sasso parte dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che studia la fisica delle astroparticelle in Italia.

Qui sotto, isolati da ogni tipo di contaminazione cosmica, per investigare la materia oscura, gli scienziati coordinati dal fisico Cristiano Galbiati stanno conducendo l’esperimento “Darkside 50”.

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L’esperimento sulla materia oscura che si sta conducendo sotto il Gran Sasso si serve di scintillatori, sfere metalliche di 4 metri di diametro a cui sono applicati sofisticati rilevatori elettronici detti tubi fotomoltiplicatori.

Gli scintillatori sono in grado di emettere impulsi di luce, in genere visibile, o ultravioletta, quando vengono attraversati da fotoni di alta energia o da particelle cariche.

Per proteggere la delicata operazione dalla contaminazione di possibili raggi cosmici, l’esperimento è compiuto sotto i 1400 metri di rocce della montagna del Gran Sasso

E’ importante che durante le rilevazioni i dati non vengano influenzati dai segnali emessi da altri tipi di particelle. Gli scienziati vogliono essere assolutamente sicuri che ad essere individuata dai loro apparecchi sia solo la materia oscura.

Il “Darkside 50” si effettua posizionando i tubi fotomoltiplicatori all’interno di un cilindro isolato da uno strato di mille tonnellate di acqua, in cui è immersa una sfera riempita con 50 chili di Argon allo stato liquido, un gas nobile neutro, utilizzato perché non reagisce con i sistemi di illuminazione neanche ad alte temperature.


- da Euronews -


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