Rocca di Cambio, sindaco a giudizio - fitti dei terreni troppo bassi per agevolare la Campo Felice

 Avrebbero abbassato il canone di locazione delle terre civiche alla Campo Felice spa al fin di garantire un ingiusto vantaggio patrimoniale alla società che gestisce gli impianti di sci. Con questa accusa, tutta da provare, il giudice per le udienze preliminari del tribunale, Marco Billi, ha disposto, su richiesta della Procura, il rinvio a processo a carico del sindaco di Rocca di Cambio Gennarino Di Stefano, e alcuni amministratori attuali ed ex del Comune oltre a un gestore di un locale, maestri di sci e un dipendente della Campo Felice: Isidoro Franceschi, Matteo Franceschi, Piero Pietropaoli, Pio Di Stefano, Simone Sulpizio, Santino Spaziani. Il processo, a carico di sette persone, è stato fissato dal giudice per l’11 ottobre 2013 davanti al tribunale in composizione collegiale. L’inchiesta nasce da una segnalazione fatta dall’ex assessore al bilancio Rosario Moscone, nella quale egli faceva riferimento a una delibera di giunta approvata nel giugno del 2010, grosso modo quando la nuova amministrazione avviò la propria attività. Si trattava di una delibera nella quale si stabilivano gli affitti da pagare da parte della società che gestisce gli impianti sciistici per l’occupazione degli stessi. Si tratta di un’attività molto importante per tutta l’area visto che sono migliaia le persone che affollano settimanalmente le piste e sono circa cento le persone che lavorano gravitando in questo comparto che crea anche un indotto. Lo stesso Moscone, all’epoca dell’avvio dell’inchiesta, ebbe a dire che la sua non era certamente un’iniziativa di natura personale ma di averla intrapresa nell’esclusivo interesse del paese. Egli ebbe e dire, inoltre, che prima di inoltrare la denuncia chiese di poter visionare le carte riguardanti quella delibera ma, a suo dire, questo gli fu negato. Aggiunse, poi, che si mosse anche su impulso dell’intera minoranza al Comune di Rocca di Cambio. Il sindaco, di contro, sostenne che tale denuncia non avrebbe avuto altro effetto se non quello di spaccare la locale comunità che, al contrario, avrebbe bisogno di una maggiore unità in un momento difficile per tutti. «Abbiamo fiducia nella magistratura», ebbe a dire il sindaco al riguardo quando ci fu la richiesta di rinvio a giudizio, «ma non abbiamo fatto altro se non applicare un provvedimento della precedente amministrazione comunale». Anche se l’opposizione dell’epoca sostiene che vi sono state delle modifiche sostanziali pen rilevanti nell’ambito dell’abuso d’ufficio.

 



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