La missione del ministro Carrozza: "Riforma Gelmini da cambiare"

DALLA Scuola Superiore Sant’Anna, dove fino a pochi mesi fa era rettore di una delle istituzioni simbolo dell’eccellenza italiana, alla guida del dicastero di viale Trastevere. Maria Chiara Carrozza, pisana, 48 anni, ordinario di bioingegneria e robotica, eletta a febbraio alla Camera come capolista del Pd in Toscana, concittadina e amica del premier Enrico Letta, si è insediata ieri al Ministero dell’Istruzione e dell’Università.

Lo scorso mese di novembre è stata in visita ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso con l'allora candidato premier Bersani (foto).

Ha rilasciato un'intervista al quotidiano LA NAZIONE:

 

Dunque ministro, come è andato il passaggio delle consegne con Francesco Profumo?

«Molta emozione. Ho pensato subito alle tante personalità che si sono succedute in quelle stanze. Voglio
studiare bene chi erano i miei predecessori».

Sono stati giorni intensi.
«Sì, ma non per la vita che cambia all’improvviso. Soprattutto per lo sgomento dovuto alla sparatoria di domenica, mentre il governo giurava al Quirinale. Siamo stati informati solo più tardi, al brindisi. Sono scossa: è un po’ come se quei carabinieri avessero preso i proiettili al posto nostro».
 

Veniamo all’Università: qual il modello vincente della cuola Sant’Anna esportabile livello nazionale?
«Senza dubbio la collegialità. ’idea che si è tutti parte di un’unica quadra e non si fanno mai le cose
da soli, ma insieme».

Ma per valorizzare ricerca, competenze e merito servono risorse. E tante...

«E ancora collegialità. Anche nel governo. I problemi della scuola e dell’università non saranno solo
del mio Ministero, ma di tutto l’esecutivo. Se ragioniamo così riusciremo ad affrontare le difficoltà
e a fare, spero, qualcosa di utile».

Di cosa è malata l’Università italiana?
«Sconta i troppi tagli di questi anni, continui e pesantissimi. Il blocco del turn over del personale ha
inoltre avuto come conseguenza il mancato rinnovamento della classe docente. Così l’università è invecchiata e si è impoverita».

Riforma Gelmini da buttare o cambiare?
«Da riformare a sua volta. Ha introdotto troppa burocrazia. Va semplificata».

Giovani e accesso alla carriera universitaria: solo un miraggio?
«È un momento difficile, è vero, masono motivata a creare le condizioni per favorire il reclutamento
nell’Università, che va assolutamente ringiovanita. Saranno però determinanti voglia, motivazione
e qualità: chi prende questa strada sappia che dovrà essere disponibile a spostarsi e a fare esperienza in
Italia e anche all’estero».

 

Stesso discorso vale per la scuola, che fa i conti col precariato...
«Lo so bene, abbiamo ricevuto anche raccomandazioni a livello europeo per risolvere il problema. Non voglio fare annunci, preferisco dire le cose una volta fatte».

Un ministro donna e per di più giovane. Un bel segnale.
«Il premier Letta è andato nella giusta direzione, la presenza femminile nel governo c’è. Ma si poteva
fare anche di più: le donne non sono mai abbastanza».


- da LA NAZIONE -



Condividi

    



Commenta L'Articolo