Centro turistico, Comola vuole il risarcimento Chiesti 251 mila euro per il danno alla reputazione

 Il dimissionamento del presidente del Centro turistico del Gran Sasso Alessandro Comola, disposto lo scorso mese di dicembre, dopo la mancata apertura degli impianti di risalita, è destinato a finire nelle aule del tribunale. L’ex presidente ha infatti citato il Centro turistico e il Comune dell’Aquila a comparire il 18 luglio dinanzi al tribunale civile. E ha chiesto un risarcimento dei danni quantificati in 251mila euro. Comola era arrivato alla presidenza del Ctgs nel novembre del 2011. Tredici mesi dopo, in seguito alla mancata apertura degli impianti – motivata dal ritardo nell’esecuzione di lavori di revisione della seggiovia delle Fontari – a Comola era stato chiesto di rassegnare le sue dimissioni. Una richiesta rispedita al mittente (ovvero al sindaco Cialente) «poiché», si legge nell’atto di citazione, «la responsabilità della revisione degli impianti era stata, dallo stesso socio (il Comune) attribuita d’imperio al direttore d’esercizio e al direttore generale, con esclusione del consiglio di amministrazione». L’amministrazione comunale, però, è andata avanti sulla sua strada confermando la richiesta di dimissioni e chiedendo con urgenza la convocazione dell’assemblea considerato che nel frattempo due consiglieri avevano deciso di lasciare l’incarico. Assemblea (bollata da Comola come irregolare) nel corso della quale veniva deliberata la revoca per giusta causa del presidente del consiglio di amministrazione del Ctgs, perché ritenuto «responsabile delle cause di malfunzionamento e di inefficienza della Spa, tanto gravi da aver determinato la mancata riapertura degli impianti». Da qui la decisione dell’avvocato genovese di promuovere un’azione risarcitoria nei confronti del Centro turistico e del Comune per danno alla reputazione personale e professionale.

- da Il Centro -



Condividi

    



Commenta L'Articolo