A PAGGESE (AP) NASCE L’ ECOMUSEO “DALLE MEMORIE AL FUTURO”

Assergi 13/05/2013 – Con l’evento “Che cos’è un ecomuseo”, l’Associazione culturale “Le Radici del Futuro - Verso gli Ecomusei Piceni”, ha presentato sabato scorso a Paggese (AP), presso la Casa del Parco, un progetto di cooperazione transnazionale che la Regione Marche ha approvato nell’ambito dell’Asse Leader del Programma di Sviluppo Rurale 2007 – 2013. Il progetto, dal titolo “Ecomuseo – dalle Memorie al Futuro”, vede come capofila il GAL Piceno, coinvolgendo per le Marche anche il  GAL Sibilla (Macerata), oltre al Gal finlandese Oulujärvi (Kainuu).
Riscoprire l’identità di un territorio attraverso la raccolta delle memorie delle comunità locali per far emergere i valori materiali ed immateriali che lo rendono unico e vitale, onde  restituire questa originale fotografia del territorio alle stesse comunità ed ai turisti, una mappa di comunità.  Questo l’obiettivo del progetto transanazionale, realizzando il quale i partner dei diversi Stati Membri dell'Europa rurale cercano di promuovere nelle comunità locali una maggiore consapevolezza del proprio patrimonio materiale ed immateriale e della propria identità, attraverso una metodologia comparativa basata sul metodo del “saper fare” e scambiare buone  pratiche utili per il futuro.

La mappa di comunità è uno strumento che evidenzia il modo in cui la comunità locale vede, percepisce, attribuisce valore al proprio territorio, alle sue memorie, alle sue trasformazioni, alla sua realtà attuale e a come vorrebbe che fosse in futuro. In tale cornice si colloca l’evento di paggese che ha coinvolto i cittadini delle frazioni di Arola, Cagnano, Luco, Paggese, Piedicava, Pito, Pomaro, Pozza, Torre S. Lucia, Umito e Valledacqua.

Il Direttore del Parco, Marcello Maranella, nel garantire la propria partecipazione all’evento, ha sottolineato «il grande spessore culturale del progetto, che esprime una sostanziale sintonia di intenti con le politiche dell’Ente» ed ha ringraziato il Sindaco di Acquasante Terme, Barbara Capriotti e il coordinatore del progetto Carlo Cruciani «per avere scelto di valorizzare e comunicare il tessuto demoetnoantropologico del territorio nella forma partecipata ed avanzata dell’ecomuseo»

 



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