76 milioni programmati per la messa in sicurezza del traforo del Gran Sasso dirottati sulla costa

 «I fondi di 15 anni fa per la messa in sicurezza del traforo del Gran Sasso strappati alle zone interne e destinati ad alcune infrastrutture della costa». Questa, in sintesi, la denuncia degli esponenti del Pd Pierpaolo Pietrucci (consigliere provinciale), Maurizio Capri (consigliere comunale) e Stefano Albano (segretario comunale del partito). Nel mirino la nota della Regione con la quale il presidente Gianni Chiodi annuncia «la novità della ridestinazione dei 76 milioni precedentemente programmati per la messa in sicurezza del traforo del Gran Sasso, ritenuti poi non più utili allo scopo, e utilizzati per opere come l’adeguamento delle gallerie Castello e Cimitero a Nord di Ortona, la realizzazione del terzo binario tra le stazioni di Pescara centrale e Pescara Portanuova e la deviazione del porto canale di Pescara e il suo prolungamento fino a sfociare oltre l’attuale diga foranea». «In definitiva», commenta Pietrucci, «si evince che vengono sottratti 76 milioni dal territorio aquilano e teramano per essere destinati alla costa, Pescara e Ortona. La cosa che trovo agghiacciante è che nessun consigliere regionale dell’Aquila si sia accorto dell’ennesima sottrazione di risorse ai danni della provincia aquilana e teramana. La storia di questi fondi risale al 1998. Una parte venne utilizzata, ma i 76 milioni rimasti a disposizione, che per logica e giustizia si sarebbero dovuti ripartire tra le province dell’Aquila e di Teramo, la Regione, invece, li sta dirottando su Pescara e Ortona in barba a ogni esigenza delle zone interne delle due province». Il Pd avanza alcune richieste: «La prima cosa che chiediamo», aggiunge Pietrucci, «è in base a quale criterio Chiodi abbia deciso la ripartizione di tutti i 960 milioni dell’accordo quadro sulle infrastrutture. Ha consultato i sindaci delle città capoluogo di provincia e i quattro presidenti delle province? La seconda perplessità è legata al fatto che non si sia sollevata la protesta di nessuno dei consiglieri regionali che forse non hanno letto gli atti oppure non hanno capito cosa sia accaduto. A nostro parere ci troviamo di fronte all’ennesima distrazione di soldi che erano stati stanziati per due territori con mille difficoltà legate alle carenze infrastrutturali, ben note sia per tutta la provincia dell’Aquila sia per le zone interne del Teramano. Vedersi soffiare fondi per realizzare altre opere, anch’esse valide, ma in altri territori, non deve passare sotto silenzio». Il Pd aquilano annuncia una mobilitazione. «È solo l’ultimo caso», conclude Pietrucci, «dopo i fondi per le scuole, 250 milioni per L’Aquila sparpagliati in tutto l’Abruzzo, e i 50 milioni per l’ospedale usati per ripianare il bilancio Asl».


- da Il Centro -



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