Il ministro: «L’Aquila è una priorità»

«La priorità per questo Governo e l’Italia è la ricostruzione dell’Aquila e del cratere». Non ci si poteva aspettare parole diverse dalla prima visita ufficiale nei luoghi del terremoto dal ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia, delegato dal Governo a seguire da vicino le vicende post sisma così come accaduto con il suo predecessore, Fabrizio Barca. Una visita iniziata con un confronto con i sindaci del cratere e nel pomeriggio nell’aula consiliare di Villa Gioia, mentre a Roma in Commissione era in corso la maratona ed il confronto con la Ragioneria di Stato per veder sbloccato immediatamente il miliardo e duecento milioni che arriverà con l’aumento dell’imposta fissa di bollo. Secondo i tecnici della Ragioneria, con cui il confronto è andato avanti tutta la giornata, invece, quei fondi dovrebbero essere stanziati in tranche annue da 200 milioni. Il sindaco Cialente ha ribadito che non solo quei fondi devono essere sbloccati subito «ma che serve un miliardo e mezzo l’anno per rispettare ciò che è scritto nel cronoprogramma e dare una prospettiva certa ed una speranza agli aquilani». Cialente non ha esitato a parlare di "disobbedienza civile" qualora lo Stato non dimostri concretamente che la questione aquilana è parte integrante dell’agenda di governo. «Al di là delle decisioni che verranno prese il Governo stanzierà quel miliardo e duecento milioni e non è con questi fondi che si esaurirà l’impegno per L’Aquila ed il cratere» ha detto il ministro facendo capire che anche nella fase di redazione della legge di Stabilità a fine anno saranno inserite ulteriori fondi. «Ma il problema non è solo quello delle risorse - ha aggiunto Trigilia - quanto piuttosto quello di programmare e capire quale deve essere la vocazione di questo territorio, garantire un flusso costante di risorse, snellire le procedure e progettare in base all’idea che si ha del futuro. Non è detto, per questo, che è necessario ricostruire tutto com’era e dov’era». Sui tempi della rinascita, inoltre, dopo aver visto le condizioni dei centri storici colpiti dal sisma ha aggiunto «La stima che si è fatta è di otto anni. A mio avviso sono anche troppi. L’obiettivo è lavorare per dimezzare questi tempi». Con quali risorse, però, è ancora tutto da capire.


- da Il Tempo -



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