Alpini a Campo Imperatore nel 20° anniversario della visita del Papa

L’Associazione Nazionale Alpini (A.N.A.) Sezione Abruzzi Gruppo di Assergi organizza per il 23 Giugno nel 20° anniversario della ristrutturazione della chiesetta della Madonna della Neve, la cerimonia di benedizione del nuovo mosaico realizzato con il contributo della “Fondazione Cassa di Risparmio dell’Aquila", Banca del Fucino e Amministrazione Separata Beni Usi Civici di Assergi. Il programma prevede: ore 09:00 arrivo dei gruppi presso il piazzale di Campo Imperatore; ore 10:00 celebrazione della S. Messa; ore 11:30 buffet presso l’Hotel Campo Imperatore offerto dal Gruppo Alpini di Assergi.
Ricordiamo come nacque l’idea della storica visita a Campo Imperatore da parte del Pontefice Giovanni Paolo II per inaugurare la chiesetta in una ricostruzione di Giustino Parisse: il 13 aprile del 1993, durante la visita privata sul Gran Sasso per sciare, il Papa a metà giornata si fermò per mangiare un boccone a fianco a una casetta di pastori che si trova nei pressi della pista della Scindarella. Anche in quella occasione Bruno Faccia aveva dato fondo a quanto di meglio potesse offrire la sua dispensa. Un vero e proprio trionfo di salame, prosciutto, salsicce, formaggio, frittata, buon vino.
 Come al solito il Papa non mangiò moltissimo anche se mostrò di gradire i prodotti che gli venivano offerti e ringraziò. Mentre tutti mangiavano in rispettoso silenzio il presidente del Centro Turistico, Alfonso Scimia, quello che appariva il meno “bloccato” dalla presenza del Santo Padre prese il coraggio a quattro mani e si rivolse a Karol Wojtyla dicendo: «Santità, i nostri alpini hanno quasi terminato di restaurare la Chiesetta della Madonna della Neve, vorremmo che fosse Lei a inaugurarla». Il Pontefice guardò Alfonso Scimia e dopo un attimo di pausa disse: “Vedremo”. Una risposta che al presidente del Centro turistico sembrò un sì senza tentennamenti. Naturalmente il Papa non è un uomo qualsiasi che un mattino si alza e dice: andiamo sul Gran Sasso a inaugurare quella chiesa. I suoi impegni sono infiniti e trovare uno spazio per una visita ufficiale è impresa ardua. I dirigenti del Centro turistico questo lo sapevano bene e allora sin dal giorno dopo partì un vero e proprio “assedio” alle autorità ecclesiastiche per cercare di arrivare a concretizzare il sogno di vedere il Papa, ufficialmente, sul Gran Sasso.
 Il 16 aprile dal Centro turistico parte una lettera di invito al Santo Padre a firma del presidente Alfonso Scimia. Alla lettera ufficiale i dirigenti del Centro turistico fanno seguire colloqui in particolare con l’arcivescovo dell’Aquila monsignor Mario Peressin e più di una volta si mettono in contatto con don Stanislao, l’uomo più vicino al Papa.
 Il 10 maggio del 1993 al Centro turistico arriva una lettera dell’arcivescovo dell’Aquila nella quale viene data per certa la visita del Papa per il 20 giugno.
 Quel “vedremo” pronunciato con gli sci ai piedi dal Papa era qualcosa di più che una promessa. E visti i tempi ristretti in cui tutto avvenne c’è da credere che il Santo Padre abbia dato immediate disposizioni affinché quella visita ufficiale potesse avverarsi.
 Il 22 maggio 1993 all’arcivescovo Peressin giunse una nota dell’ufficio stampa del Vaticano a firma del direttore Joaquin Navarro Valls e del vice monsignor Piero Pennacchini “in relazione alla prevista visita pastorale nella Diocesi”.
 Il sogno di Alfonso Scimia, degli alpini, e di tutti gli aquilani si sarebbe dunque realizzato. C’era da attendere solo l’atto formale della ufficializzazione che arrivò con una lettera indirizzata ad Alfonso Scimia il primo giugno del 1993.

 



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