Rischi da calamità naturali, come ci si può difendere

 «L'unica prevenzione possibile contro rischi legati a calamità naturali, incidenti industriali o batteriologici, è fare formazione e informazione». Il manager della Asl provinciale, Giancarlo Silveri, lo ha ribadito ieri nel corso del seminario “Rischio Cbrne (chimico, batteriologico, radiologico, nucleare, esplosivo) in scenari complessi. Metodi di contrasto, reazione e mitigazione efficace”, che si è tenuto all’Archivio di Stato a Bazzano. Carbonchio, antrace, terremoti e incidenti e chimici gli argomenti affrontati da relatori di spessore nazionale e internazionale. Marco Leonardi, del Dipartimento della Protezione civile, tra coloro che hanno attivato, nell’immediato post-sisma, la Funzione di coordinanemto dell sanità, ha ricordato «il dolore del terremoto». E proprio riallacciandosi alla tragedia che ha colpito il capoluogo di regione, Leonardo ha sottolineato «l’importanza di condurre la popolazione ad avere la capacità di reagire a un eventuale rischio legato a un’emergenza». Come, appunto, un terremoto. In questo senso «il concetto di resilienza è importante, in quanto la vulnerabiltà strutturale, ma anche non strutturale, rispetto ai rischi, dipende dalla capacità di una comunità di reagire e di rispondere a un evento critico», ha spiegato.Oltre a Leonardi sono intervenuti, tra agli altri, Antonio Fasanella, (Centro referenza nazionale per l’Antrace) e Mauro Bologna, ordinario di Patologia generale del Dipartimento di Medicina clinica dell’Università dell’Aquila. Fasanella ha ricostruito, in particolare, il lavoro d’indagine che venne avviato per far luce sugli attentati terroristici effettuati con il Bacillus antracis (l’antrace) negli Stati Uniti nel 2001 e in altri Paesi in anni successivi.

 



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