Rogo al Progetto Case di Pagliare, anziana si mette in salvo e dà l’allarme

Tre appartamenti divorati dal fuoco, altri nove chiusi in attesa di ulteriori verifiche e una quarantina di persone, alcune sotto choc, fatte sgomberare e sistemate per la notte alla scuola della Guardia di finanza a Coppito. Questo il bilancio dell’incendio, probabilmente provocato da un corto circuito, che ieri pomeriggio ha devastato a Pagliare di Sassa alcuni alloggi di una palazzina del Progetto Case in via Bernardino Di Mario. L’allarme è scattato intorno alle18 quando le fiamme, avevano già raggiunto l’appartamento all’ultimo piano della palazzina 4B abitata da una coppia di anziani, Franca De Santis e il marito Luigi Parzanese arrivati a Pagliare da appena una decina di giorni dopo aver lasciato un altro sito di abitazioni provvisorie, a Tempera. In quel momento in casa c’era solo la donna che affacciandosi al balcone, dopo aver sentito l’odore di qualcosa che stava bruciando, si è trovata davanti una barriera di fuoco. È stata lei stessa a raccontare, senza riuscire a trattanere le lacrime, la fuga precipitosa per le scale suonando tutti i campanelli. «Abbiamo perso tutto», ha raccontato la donna in preda a un comprensibile stato di panico abbracciata al marito e alla figlia che non l’hanno lasciata un attimo. In una manciata di minuti il prato davanti alla palazzina si è riempito di gente. Tutti lì, e tra loro molti inquilini di quella palazzina, con lo sguardo rivolto all’insù, con la paura e la disperazione stampata sul volto. I vigili del fuoco sono arrivati in pochi minuti quando già le fiamme avevano, però, raggiunto il tetto in legno. Un viavai di mezzi, a sirene spiegate, e di ambulanze che fortunatamente non sono servite visto che non ci sono stati feriti né intossicati. Le fiamme altissime hanno trovato facile strada alimentate anche dai materiali impiegati per la realizzazione delle abitazioni. Materiali definiti ignifughi eppure andati in fumo come se fossero fiammiferi. Tanto è bastato al fuoco per distruggere tutto quello che ha incontrato sul suo percorso. Secondo i primi accertamenti compiuti nella palazzina interessata dal rogo, pare che l’incendio sia partito dal primo piano. In un primo momento è sembrato un corto circuito scaturito dall’interno dell’alloggio mentre successivamente non è stato chiarito se sia stato originato sul balcone. Nella stessa palazzina, nei giorni scorsi, era stata segnalata la presenza di una perdita d’acqua che secondo gli inquilini potrebbe aver determinato il corto circuito nell’impianto elettrico. Tutte ipotesi, comunque, ancora da dimostrare. Mentre i vigili del fuoco erano ancora al lavoro per spegnere le fiamme (le operazioni e le successive verifiche sulla stabilità dei luoghi sono andate avanti per circa sei ore complessive) nel luogo dell’incendio sono arrivati, tra gli altri, il questore Giovanni Pinto, il capo della Digos Giuseppina Terenzi e il dirigente della squadra Volante Enrico Rendesi e l’assessore comunale all’Assistenza alla popolazione Fabio Pelini. Del resto, una volta portate a termine le operazioni di spegnimento, si è reso necessario arrivare subito a una sistemazione provvisoria per le persone rimaste ancora una volta senza casa. Secondo i primi conteggi sono una quarantina le persone costrette a lasciare quegli appartamenti. Ma già oggi il Comune effettuerà sopralluoghi dell’ufficio tecnico per vedere se è possibile rioccupare una parte della palazzina visto che i danni maggiori riguardano tre appartamenti. «Uno spavento terribile», racconta Alberto Mencaroni, edicolante, chiamato al telefono dalla moglie. Paolo Fonzi si trovava nell’orto quando si è accorto delle urla e si è precipitato con grande sgomento. «Siamo tutti sconvolti, un secondo terremoto per tutti noi».

- da Il Centro -



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