“La Speranza”

(di Gianni Giacobbe)

Caro Sindaco,
a pochi mesi dal tremendo sisma che ha sconvolto la nostra esistenza, ritengo di dover intervenire su problemi che attanagliano il nostro territorio.
Vorrei sottolineare alcuni punti:
Il rimpasto di Giunta da Lei avanzato non deve riproporre metodi vecchi e schemi obsoleti e non deve incarnarsi in soggetti di pari caratura, poveri di ideali e poco versati a programmare un futuro in grado di illuminare l’esistenza dei cittadini e dei loro figli, il cui coraggio ed orgoglio, proprio dell’animo abruzzese, ha ridestato sentimenti analoghi nell’intera nazione, ricambiati con una vera solidarietà attraverso atti concreti: scuole, strade, case e sostegno in tutte le necessità di un popolo terremotato.
Il Governo, con i propri decreti e attraverso il braccio operativo della Protezione Civile, ha affrontato la prima emergenza installando tende per chi voleva rimanere nei luoghi abituali, ha garantito la disponibilità di alberghi per chi desiderava ritrovare un minimo di confort, ha garantito l’autonoma sistemazione a chi chiedeva di non staccarsi dalle residue abitudini quotidiane. L’esecutivo ha gestito la seconda fase dell’emergenza con estrema fermezza: da un’idea brillante del Presidente del Consiglio dei Ministri il piano Case, ormai in via di completamento, ha dato tetto e speranza per costruire una parvenza di normalità.
Con il G8, da una geniale idea, pari alla follia di Erasmo da Rotterdam, L’Aquila e il suo territorio ferito hanno ottenuto una risonanza planetaria, simboleggiata non dall’apparenza, ma da aiuti concreti, capaci, nel tempo, di far rifiorire il nostro patrimonio storico-artistico e monumentale, nella attesa di renderlo fruibile a noi stessi e alle nuove generazioni.
Sindaco, è ora di programmare e combattere per il nostro territorio che già prima del sisma viveva una crisi strutturale che si trascinava da lungo tempo, a causa di una classe politica mediocre e non lungimirante che assecondava il popolo solo attraverso un misero clientelismo, basato sulle convenienze del momento e che ha costruito una città caduta sotto l’impeto della natura, colpendo persone innocenti, vittime di una miope e cattiva gestione del territorio.
A questa gente e a chi è rimasto è necessario rendere conto e la Magistratura dovrà punire il ceto politico, economico e imprenditoriale che ha governato in ruoli istituzionali fino al 6 aprile e che con la sua stoltezza ha permesso il verificarsi di una simile tragedia.
La priorità assoluta è ora quella di rimettere in piedi l’ospedale per curare l’uomo e  permettergli di sopravvivere ad anni di sofferenze e disagi, non dimenticandosi di  perseguire chi lo ha costruito e chi non è stato in grado di farlo funzionare, condannando la gente a non curarsi e i medici e gli addetti a lavorare in condizioni pietose, dimostrando però sempre abnegazione e senso del dovere.
Questi valori dovrebbero sovrintendere alla nascita di una nuova classe politica che dovrebbe testimoniarli, ponendoli come fondamenta dei futuri uomini, ora bambini, chiamati in futuro a esprimersi in professioni e mestieri per essere nuova classe dirigente senza macchie e compromissioni del passato.     
Massimo, il tuo ruolo in questo momento particolare può essere funzionale a costruire un futuro fondato su questi valori e sarei ben fiero di avere un Sindaco gladiatore e non rimanere ancora una volta deluso dalla Tua azione di governo.
 
Il Cittadino Gianni Giacobbe



Condividi

    



Commenta L'Articolo