Voto di scambio, per Cialente il pm decide l’archiviazione

Sul «caso» giudiziario del presunto voto di scambio per il quale il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, è stato iscritto nel registro degli indagati, la Procura della Repubblica ha nei giorni scorsi messo la parola fine. Il pubblico ministero titolare dell'inchiesta, Stefano Gallo, dopo aver «scandagliato» sull’accordo preelettorale, in vista del ballottaggio per le comunali dello scorso anno – che videro poi la conferma di Cialente – tra i coordinatori regionali di Futuro e Libertà e del Partito democratico e il primo cittadino, ha deciso di archiviare il procedimento penale. Secondo una denuncia, in cambio dell’appoggio del partito di Fini, che al primo turno totalizzò un modesto – ma utile per un eventuale apparentamento – 3,70%, Cialente avrebbe promesso alcune poltrone importanti (un assessorato e la presidenza di un’azienda municipalizzata). Sentito nell'immediatezza dei fatti, Cialente aveva sostenuto : «Mi si accusa di voto di scambio, ma dove starebbe l’irregolarità?; chiaramente negli apparentamenti uno dice ‘se entri, fai l’assessore’. E’ normale, funziona così ovunque». L’apparentamento saltò, «nonostante – aveva detto sempre Cialente - ci fosse stato un precedente accordo politico, perché la mia maggioranza non volle saperne».

 



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