Arrivano i soldi per il Gran Sasso

Potrebbe essere vicina la tanto agognata svolta per il rilancio del Gran Sasso, stazione sciistica più a sud d’Europa i cui impianti di risalita dal centro turistico, società ex municipalizzata da anni oberata di debiti che ne hanno bloccato ogni possibilità di sviluppo. La Giunta comunale ha approvato la proposta di delibera comunale con cui l’Ente si propone di ripianare la perdita d’esercizio relativa al bilancio 2012 del centro turistico pari a un milione e 518mila euro. Con il riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio e il lancio della nuova, ennesima, ciambella di salvataggio al Centro turistico, il Comune è pronto per un programma di investimenti utili per attirare l’ingresso di un socio privato che possa gestire in modo proficuo, per sé e la collettività, le strutture del massiccio appenninico. E per i lavori sono pronti quindici milioni di euro stanziati nella ormai famosa delibera Cipe del dicembre scorso fondi che come spiega il sindaco Massimo Cialente serviranno per lavori sugli impianti di risalita, le seggiovie Fontari e Scindarella e la Funivia e la ristrutturazione sia dell’albergo sia dell’ostello di Campo Imperatore. Il tutto per mettere a nuovo un gioiello da poter poi presentare ad un investitore esterno, che potrebbe essere Invitalia, attratto dalla possibilità di puntare sul turismo invernale ed estivo di una stazione praticamente tirata a lucido. «La settimana prossima incontrerò il ministro Zanonato per parlare dell’ingresso di Invitalia» spiega Cialente che ha pronta anche un’altra missione per il reperimento di ulteriori risorse, cinque milioni di euro di fondi regionali, da destinare sempre ad un programma di investimenti per il Gran Sasso. «L’obiettivo – aggiunge il primo cittadino – è quello di entrare nel circuito del turismo montano di alta qualità in grado di offrire un prodotto competitivo sia d’inverno sia d’estate. Un obiettivo che nel giro di una decina d’anni potrebbe tramutarsi in realtà». Purché si inizi subito, aggiungiamo noi, perché in tanti nel corso di questi anni, sia sotto governi di centrosinista che di centrodestra, hanno provato a cimentarsi con la sfida del rilancio turistico del Gran Sasso e in tanti sono tornati a casa con un pugno di mosche.

- da Il Tempo -


 



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