Centro turistico Gran Sasso: 1,5 mln di perdita

Oltre 1,5 milioni di euro di perdita è questa la pesante eredità che si porta dietro il Centro turistico del Gran Sasso.

A rivelare la perdia è  stato ultimo bilancio: ora i guai sono tutti del Comune dell'Aquila che dovrà ripianarla.

La vicenda è lunga e complessa, con l''entrata e l'uscita di Alessandro Comola, voluto dal Sindaco e da lui stesso allontanato, facendo entrare al suo posto Umberto Beomonte Zobel.

Sulla vicenda Comola si erano alazate le voci, ma fu Cialente a chiarire il ruolo di Comola: "Comola aveva incarichi ben precisi: assicurare l'apertura della stagione, mantenere nella passività fisiologica i 35 impiegati che voi avete messo, senza creare nuovi buchi, e seguire l'ingresso di Invitalia. Non ci sono altri patti." Disse così in consiglio comunale a dicembre.

Tutto questo a ben vedere, non è affatto riuscito.

E ora si paga l'amaro calice di una privatizzazione mancata.

La Giunta ha preso atto con una delibera dell'ennesima chiusura in rosso della ex municipalizzata, oggi società per azioni a totale capitale pubblico, e si prepara a presentare il conto al Consiglio, che sarà chiamato a riconoscere il debito fuori bilancio.

Si tratta di un debito pesante per la città: il deficit è superiore a un terzo dell'intero capitale sociale (quasi 5 milioni), ed "evidenzia un alto numero di decreti ingiuntivi e atti di pignoramento notificati", come ha rilevato l'assemblea dei soci nella riunione del 21 giugno scorso.

Tuttavia il passaggio al consiglio comunale sarà pressoché obbligato: il Consiglio dovrà riconoscere il debito per salvare la spa dalla crisi d'impresa e accedere al finanziamento da 15 milioni di euro per il rilancio del comprensorio sciistico e turistico di Campo Imperatore previsto nella delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) numero 135 del 2012 sulla ricostruzione dell'Aquila e del "cratere" sismico.

Infatti l'organismo ministeriale ha chiarito che "il consolidamento dei conti è condizione essenziale" per sbloccare le nuove risorse.

Una vicenda contorta quella del Centro Turistico Gran Sasso, chiarissima invece secondo gli operatori turistici di Gran Sasso 360 che a dicembre spiegavano:

"Tre volte si è tentata la privatizzazione, e sembra andata all'aria. Nel 2008 la delibera consiliare per procedere, bando pagato dal Comune e poi mai pubblicato. Poi dopo il terremoto altra possibilità con Project Financing che lasciava proprietario il Comune, e consentiva rivalutazione e azzeramento del debito. Anche qui nulla di fatto, tutto è stato lasciato decadere e il gran Sasso è morto per la seconda volta."



 



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