Centro turistico, altro sì al salvataggio Cialente ottiene il consenso della commissione

 «La posta in gioco è alta». Dopo una discussione definita "civile" dal presidente Giustino Masciocco, la commissione Bilancio ha approvato la delibera con cui il Comune intende ripianare il debito di 1,5 milioni del Centro turistico del Gran Sasso. Si tratta di un ulteriore passo verso la seduta del consiglio comunale che, probabilmente il prossimo 8 agosto, dovrà dare il via libera definitivo al provvedimento, ovvero al riconoscimento di questo come un debito fuori bilancio. Senza il ripianamento del buco accumulato dall'azienda nel 2012, sarebbero a rischio i 15 milioni di euro messi a disposizione dal Cipe per il piano di rilancio della montagna aquilana. Non solo. Secondo il sindaco Massimo Cialente, il Centro turistico sarebbe destinato al fallimento e salterebbero almeno due stagioni invernali. Per non parlare dei 30 dipendenti, il cui posto già adesso è in bilico. Gli occhi sono puntati sul centrodestra, chiamato in aula, secondo il presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti, ad un'assunzione di responsabilità. Intanto ieri è arrivato l'ok della commissione Bilancio: «C'è stato un confronto sereno», ha commentato il presidente Masciocco, «e la delibera è stata alla fine approvata. Dalla discussione è emerso che i consiglieri voglio avere un ruolo attivo nell'operazione di rilancio del Gran Sasso, seguendo sia la fase della ricapitalizzazione che quella della privatizzazione. Anche l'opposizione ha capito che questo è l'ultimo tentativo per dare un'occasione di sviluppo alla nostra montagna. Del resto, una volta constatata la regolarità dell'atto predisposto, sia dal punto di vista tecnico che legale, si è trattato di una scelta politica, che guarda al futuro del territorio». Nella riunione di maggioranza è stato confermato che il Comitato di valutazione del ministero della Coesione territoriale concederà i 15 milioni al Comune il 29 luglio. A questi si aggiungono altri 5 milioni provenienti dalla Regione. «Saremo pronti», ha sottolineato il sindaco, "per fare investimenti strutturali sul Gran Sasso. Abbiamo tenuto in vita il Ctgs per ben 7 anni, ora si avvia il futuro. La privatizzazione riguarderà solo la gestione degli impianti, perché tutti i beni (alberghi, terreni e strutture) resteranno pubblici. Il Comune crea le premesse, ma poi la parola passa agli imprenditori. A questo punto voglio vedere come voterà il centrodestra, che ha portato il Ctgs allo sfascio. Ribadisco che se non si approva il ripianamento, si perdono i 15 milioni, l'azienda fallisce, saltano almeno due stagioni e saltano i dipendenti. I beni, poi finirebbero all'asta e il Comune dovrebbe comunque pagare 3,5 milioni di mutuo per la Scindarella»

- da Il Centro -


Guarda l'intervista all'ing. De Angelis

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