Serata in onore di Andrea Bafile

Venerdi 4 dicembre, dalle ore 18.00, presso la Sala Cerulli a Teramo, dopo la presentazione di Vincenzo Cerulli Irelli, Pasquale Iannetti e Giovanni Lolli ricorderanno l'alpinista aquilano. Andre Bafile, dal 1943 il migliore interprete abruzzese dell’alpinismo moderno è nato nel 1923 e scomparso il settembre scorso ad 85 anni, è stato uno dei protagonisti dell'alpinismo abruzzese e nazionale.
Già ha venti anni ha affrontato i problemi ancora insoluti del Gran Sasso con tecnica moderna, chiarezza d’impostazione e precisa cognizione storica riportando, subito, in primo piano l’alpinismo invernale. Raggiunte, insieme a Domenico d’Armi, nel gennaio del 1943, le due vette ancora inviolate d’inverno, supera nel febbraio tutta la cresta Sud del Corno Piccolo, da nessun altro tentata dopo il tragico inverno del 1929 che fu fatale agli alpinisti Cambi e Cicchetti.
Nell’estate dell’anno stesso apre con Antonelli la via di quarto e quinto superiore sullo Sperone centrale della parete Sud della Vetta Occidentale del Corno Grande e ne affronta la parete Est. Su questa la sorte gli è avversa, ma, rimessosi dalla frattura riportata, riprende con calma l’azione aprendo vie nuove sul Torrione Cambi, sulla Vetta Centrale, sul Campanile Livia e sulla cresta Ovest del Corno Piccolo. Dieci vie nuove estive e sette prime invernali, talune con Marsili e d’Armi Dom. altre con gli accademici del C.A.I., Angelo Rivera, Piero Zaccaria, Guglielmo Del Vecchio e la compianta notissima guida di Courmayer, Gigi Panej, sono il risultato di un decennio di attività di Bafile nel Gran Sasso. La sua azione educatrice nel campo dell’alpinismo estivo ed invernale e nello stesso sci alpinistico, ha dato alla nuova generazione degli alpinisti aquilani efficienza e stile. Trasferitosi a Firenze, Bafile è stato istruttore nazionale di alpinismo (Alpi Orientali) dal 1951, è stato nominato istruttore nazionale di sci-alpinismo nel 1968.
Ha al suo attivo importanti ascensioni nelle Alpi Apuane e nelle Alpi Occidentali e le sci alpinistiche del Bianco, del Rosa e vari quattromila nelle Alpi Bernesi. La sua guidina “Scalate sul Gran Sasso”, del 1951, ventiquattro ascensioni nel sottogruppo del Corno Grande e Piccolo, scelte tra quelle allora più suggestive e frequentate, testo dattiloscritto, schizzi semplici ma efficaci, è tuttora  nella sua estrema semplicità un valido saggio di guida alpinistica breve. Numerosi i suoi scritti sulla montagna. Al termine della serata verrà presentata la seconda edizione della rassegna fotografica "Passione fotografica" collettiva di autori teramani che rimarrà aperta dal 4 al 12 dicembre, sempre presso la Sala Cerulli.



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