Un Piano di Recupero e di Riqualificazione per San Pietro della Ienca

 In riferimento alla lettera della signora Emanuela Medoro pubblicata con il titolo “San Pietro della Jenca - Quel luogo resti intatto” vorrei sottolineare come le preoccupazioni manifestate dalla signora Medoro circa “l’inevitabile sviluppo della zona” si inquadrano all’interno delle problematiche connesse ad un compatibile sviluppo del comprensorio del Gran Sasso e, specificatamente, del Borgo di San Pietro della Jenca. Considerando le valenze naturalistiche, paesaggistiche e storiche del territorio in esame si dovranno necessariamente programmare alcuni interventi volti, prioritariamente, alla messa in sicurezza della viabilità, al recupero del patrimonio esistente, alla manutenzione del verde, al recupero degli antichi tracciati ed al miglioramento della ricettività turistica. Il sottoscritto, in qualità di presidente dell’associazione culturale San Pietro della Jenca, nonché come ex amministratore comunale, ha già da tempo dichiarato la volontà di procedere all’urgente programmazione e/o avvio degli interventi prioritari volti alla messa in sicurezza dal punto di vista igienico-sanitario con la realizzazione dei servizi igienici per i numerosissimi turisti e pellegrini, dopo l’importante impegno nel realizzare le opere di urbanizzazione (rete idrica, rete fognante, depuratore, pubblica illuminazione, viabilità comunale). Inoltre, il sottoscritto ha proposto, essenzialmente, la redazione di un Piano di Recupero del patrimonio edilizio esistente che riguardi il centro storico, che purtroppo in parte versa in uno stato di degrado strutturale dovuto all’abbandono o all’assenza di manutenzione. Come si può intuire, non è intenzione del sottoscritto e dell’Associazione Culturale proporre “megalomani e devastanti colate di cemento”, anche perché si è agito e si agirà sempre con il massimo rispetto della natura e dei luoghi, con spirito di collaborazione con le Amministrazioni coinvolte e, specificatamente, con l’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. A tal proposito, lo scrivente già da alcuni anni ha formalmente invitato il Comune dell’Aquila, l’Amministrazione Provinciale, la Regione Abruzzo, l’Ente Parco Nazionale ed, eventualmente, l’Arcidiocesi dell’Aquila a stipulare un Accordo di Programma per poter programmare le risorse finanziarie volte alla sicurezza stradale della Provinciale, al recupero, alla valorizzazione e alla fruizione del patrimonio paesaggistico e culturale, con risorse ulteriori per una campagna di comunicazione turistica rivolta al mercato nazionale ed ai mercati esteri. Altra problematica da affrontare è sicuramente legata all’accoglienza e alla microricettività turistica con l’utilizzo di immobili esistenti, qualora possibile dal punto di vista funzionale, o attraverso la progettazione di qualità di, eventuali, nuovi manufatti da inserire in maniera condivisa e compatibile con il territorio in esame. Bisogna anche considerare, realisticamente e giuridicamente, che San Pietro della Jenca è una frazione del Comune dell’Aquila ed è sottoposta alla regolamentazione edilizio-urbanistica del Piano Regolatore Generale degli anni Settanta, seppur con vincoli territoriali di tipo paesaggistico o di uso civico. Proprio per questo motivo si ribadisce l’opportunità di procedere alla redazione di uno strumento attuativo e attualizzato come può essere un Piano di Recupero e di Riqualificazione architettonica e paesaggistica. Certamente la notevolissima crescita delle presenze turistiche legate, principalmente, alla localizzazione della chiesa di San Pietro, quale primo Santuario in Europa dedicato al Beato, prossimo Santo, Giovanni Paolo II, impone un’accelerazione per programmare e definire un Progetto attuativo di sviluppo integrato del comprensorio aquilano del Gran Sasso, flessibile e implementabile per un dialogo amministrativo futuro anche con il comprensorio teramano che tenga conto, anche, delle diversità turistico-stagionali. Infine, considerata la necessità di aprirsi al mondo intero, tutto questo, se si vorrà, potrà essere inquadrato all’interno delle concrete iniziative che potranno contribuire a promuovere e valorizzare la canditura della Città dell’Aquila a Capitale Europea della Cultura 2019. Concludo, legandomi a quanto sopra descritto, riproponendo una famosa esortazione del 1978 dell’allora pontefice Giovanni Paolo II: «Non abbiate paura, aprite le porte».


 



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