Storia e tradizioni, così i borghi tornano a vivere

di Luciano Mucciante* Tutto pronto per accogliere i rappresentanti degli oltre 100 Borghi più Belli d'Italia e le 12 delegazioni straniere de le Plus Beaux Villages de la Terre che da oggi a domenica saranno presenti nei Comuni di Navelli, Santo Stefano di Sessanio e Castel del Monte. L'idea di organizzare il Festival nacque nel 2009, quando dopo il terremoto partecipai al Festival di Rango, Trentino Alto Adige, ed in qualità di rappresentante dei Borghi più Belli d'Italia presenti nel cratere sismico chiesi di poter organizzare il Festival a Castel del Monte. Sono orgoglioso di essere riuscito a portare questo evento nazionale e internazionale nei nostri piccoli borghi ormai, purtroppo, sempre più isolati e abbandonati, nonostante le bellezze storiche, artistiche e naturalistiche presenti nei nostri centri storici. Non è facile decidere di vivere e costruirsi una famiglia in questi luoghi, bisogna avere tanto coraggio per affrontare le difficoltà giornaliere che ormai attanagliano i piccoli Comuni. Ma sono proprio i piccoli Comuni che lavorano per tutelare il territorio che con le restanti attività agricole, artigianali e turistiche accudiscono e custodiscono le bellezze dei nostri antenati per poi offrirle ai turisti e alle nuove generazioni dei nostri concittadini emigrati. Passeggiare nei nostri borghi è come immergersi nella vita di un tempo fatta di duro lavoro ma di tanta vita sociale, di tanta armonia tra le famiglie, di tanta solidarietà che ancora oggi si assapora attraversando le vie del paese. Il Programma del Festival è stato strutturato in maniera tale da dare risalto alle bellezze paesaggistiche, naturalistiche, enogastronomiche, storiche ed archeologiche delle nostre terre, per dare voce a quanto di più bello e fruttuoso i nostri Borghi sanno offrire. Oggi si inizia a Navelli con uno speciale annullo postale (con il logo dei Borghi) di un francobollo simbolo: l'unione di Navelli con lo Zafferano. La giornata proseguirà con un convegno sull'archeologia, la storia e la cultura nei borghi del Gran Sasso: "I Borghi alle falde del Gran Sasso d'Italia, archeologia, storia e valorizzazione culturale". Domani, 6 settembre a Santo Stefano di Sessanio dopo la visita guidata al borgo si parlerà di Turismo Sociale: "Abbattimento delle barriere architettoniche, fisiche e sensoriali nell'ambito delle manifestazioni per il 50° Anniversario della nascita dell'Organizzazione Internazionale del Turismo Sociale". Il 7 Settembre a Castel del Monte si inizierà con un altro simbolico annullo postale del francobollo della Transumanza e si proseguirà con l'apertura ufficiale degli stand enogastronomici e istituzionali dislocati all'interno del centro storico; a seguire il convegno inerente il piano di ricostruzione e la ripresa socio-economica :"Il Piano di Ricostruzione, strumento di sicurezza e ripresa socio-economica, Dmc a quattro anni dal terremoto", che terminerà con la sottoscrizione dell'Accordo di Programma per i Piani di Ricostruzione tra i Comuni di Castel del Monte e S. Stefano di Sessanio con la Provincia di L'Aquila e l'Uscr. L'8 settembre si terrà un convegno riguardante la valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche e naturalistiche del polo attrattivo del Gran Sasso. Durante le giornate del 7 e 8 settembre nel nostro Borgo verranno riaperte le vecchie cantine del centro storico, che per due giorni faranno da cornice agli oltre 100 Comuni che esporranno le loro bellezze offrendo notizie sulle loro magnifiche unicità territoriali e degustazioni di prodotti tipici provenienti dai Borghi di tutta Italia. Il Festival sarà l'occasione per poter assaporare anche i nostri variegati prodotti tipici, dalle lenticchie allo zafferano, dal canestrato ai salumi, dai vini alla birra artigianale con tanti spettacoli e rappresentazioni tipiche delle tradizioni dei borghi abruzzesi. Di certo il Festival sarà un'occasione unica per tutti i borghi abruzzesi per farsi conoscere, per dire con decisione che esistiamo e resistiamo ancora e che possiamo essere la forza della nostra Regione; che la nostra storia, la nostra architettura, le nostri tradizioni e le nostre bellezze naturalistiche possono essere il volano per la ripresa economica delle aree interne dell'Abruzzo e finalmente chiedere che le stesse debbano essere messe a sistema per divenire il polo attrattivo della nostra terra. I visitatori attesi, stando ai numeri delle precedenti edizioni, saranno nei 4 giorni circa 40.000. Offriremo loro non solo la bellezza del borgo, che è caratteristica essenziale ma anche la qualità della vita dei suoi abitanti, la socialità e la qualità dei servizi, degli edifici e dei monumenti, delle opere d'arte e dell'ambiente che sono le cose che più vengono apprezzate, oltre alla nostra consueta e incrollabile cordialità. * sindaco di Castel del Monte

Un grande passato tutto da rivalutare

Il sindaco di Castel del Monte, Luciano Mucciante, in una nota scrive: «Voglio ringraziare, anche a nome dei colleghi sindaci di Santo Stefano di Sessanio e di Navelli per la fattiva collaborazione, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanni Legnini, il presidente della Regione Gianni Chiodi, il presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano; e, ancora, il presidente della Provincia dell'Aquila Antonio Del Corvo, i tre presidenti della Province di Pescara, Chieti e Teramo, il Comune dell'Aquila, il presidente dell'Anci Abruzzo Antonio Centi, il Parco Nazionale Gran Sasso- Laga, il Gal - Gran Sasso Velino, la Camera di Commercio dell'Aquila, l'Ance (associazione costruttori edili), la Fondazione Carispaq, la Banca Popolare dell'Emilia. Grazie a loro e un invito a tutti i cittadini abruzzesi a partecipare all’evento che parte oggi».
NAVELLI «Senza finanziamenti e senza una politica attenta al recupero e alla valorizzazione, i borghi dell'Aquilano, che oggi sono ritenuti tra i più belli d'Italia, rischiano di diventare presto un cumulo di macerie». È l'allarme che lancia il docente di Archeologia medievale dell'Università del capoluogo, Fabio Redi, che parteciperà oggi, 5 settembre, al convegno di apertura del Festival nazionale dei borghi più belli d'Italia, a Navelli dalle ore 17,30: «I borghi alle falde del Gran Sasso d’Italia, archeologia, storia e valorizzazione culturale». Al centro della tavola rotonda saranno i paesi di Santo Stefano di Sessanio, Navelli e Castel del Monte. All'incontro parteciperanno anche l'archeologo Vincenzo D'Ercole, della Soprintendenza e la dottoressa Valeria Acconcia, dell'Università di Chieti. Le conclusioni saranno affidate al Presidente emerito del Senato, Franco Marini. «In questa occasione tratteremo l'archeologia pubblica, che deve essere dedicata alla valorizzazione del patrimonio» spiega Redi. «si cercherà anche di fornire esempi pratici di come l'archeologia, soprattutto in altre realtà, sia stata volano per l'economia». In particolare, secondo l'archeologo, sarebbe importante attivare una serie di metodi innovativi per la visita dei luoghi più rilevanti a livello storico dei borghi dell'Aquilano. «Penso, per esempio, alla realizzazione di video che possano ricostruire anche zone attualmente non più visitabili o distrutte dal terremoto. Ma sarebbe importante anche migliorare la segnaletica, non solo archeologica, in modo da facilitare i turisti nelle visite» continua Redi «infine, ritengo interessante utilizzare strumenti innovativi per visitare i siti archeologici, come quello della realtà aumentata». Il sistema dà la possibilità di ricollocare virtualmente monumenti e siti archeologici nel contesto d’origine, nello stesso momento in cui il visitatore sta effettuando la visita del luogo interessato dalla ricostruzione. Tale sovrapposizione e compenetrazione del reale con la realtà virtuale avviene all’interno di occhiali speciali (collegati a una periferica) che i visitatori indossano durante la visita. «Queste tecniche innovative, non costano molto e per questo sono facilmente realizzabili» spiega l'archeologo. La valorizzazione dei siti, oltre a recuperare la memoria storica, ha anche l'obiettivo di tutelare i luoghi interessati, che soprattutto dopo il terremoto in molti casi sono stati abbandonati a loro stessi. «Tra i tre borghi scelti per il convegno forse quello con più difficoltà è Santo Stefano. Rappresentativo del paese è il crollo della torre medicea; ma anche molte altre realtà sono state danneggiate» continua Redi «per questo i borghi d'Abruzzo, che sono soggetti anche spopolamento, rischiano di essere abbandonati all'incuria».

Il presidente Anci (Centi): «Rappresentano un’importante attrattiva turistica che negli anni si va consolidando»


 I borghi abruzzesi, perle di inestimabile valore. Veicolo turistico ed economico da sfruttare per creare quel circuito virtuoso già sperimentato con successo in Toscana, Umbria e Veneto. Antonio Centi, presidente dell'Associazione comuni italiani (Anci) Abruzzo, è ottimista. E guarda con forte attenzione all'appuntamento che porterà, da oggi all'8 settembre, i rappresentanti dei paesi più belli d'Italia e oltre dodici delegazioni straniere a Navelli, Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte e L'Aquila, per il festival nazionale dei Borghi più belli d'Italia. «La nostra regione», spiega Centi, «annovera il dieci per cento dei borghi del club Anci, certificati nel contesto italiano. Un risultato straordinario perché si è evidenziato che l'Abruzzo è individuabile, sul piano del turismo nazionale ed internazionale, anche come un territorio che accoglie piccole gemme della bellezza italiana. Appena dieci anni fa, era impensabile essere individuati come un comprensorio ricco di borghi rappresentativi al pari della Toscana, dell'Umbria o del Veneto: nell'immaginario collettivo l'Abruzzo veniva identificato come terra di pastori e lupi, di certo non come un territorio ricco di borghi di qualità». Il festival dei borghi invece oggi è «il miglior esempio», afferma Centi, «di quanto sia in questo momento accreditata la nostra terra come culla di eccellenze storiche, artistiche e urbanistiche. Sono doppiamente lieto perché, agli inizi del 2000, in veste di presidente della Consulta turistica dell'Anci nazionale, con alcuni amici sindaci, abbiamo dato vita alla costruzione di un club che si è affermato sul piano internazionale, dando alla nostra regione la possibilità di emergere, in modo significativo, sul piano turistico». Il presidente dell'Anci prosegue: «L'imprenditore Daniele Kihlgren , artefice della rinascita di Santo Stefano di Sessanio, attraverso l'albergo diffuso, è stato premiato, lo scorso primo settembre, a Sabbioneta, nell'ambito della manifestazione “L'Italia è- attestazione di una bella storia italiana”, a dimostrazione di quanto sia valido il prodotto turistico abruzzese». Il turismo di eccellenza è volàno di sviluppo del territorio: «I comuni abruzzesi vanno qualificandosi ormai con precise e forti identità competitive: quelli del mare, dei parchi, dei centri storici e dei borghi più belli d'Italia. I comuni delle eccellenze gastronomiche ed archeologiche: tutto ciò», conclude Centi, «dà corpo ad un'immagine nuova sul piano dell'attrattiva turistica»

Il presidente emerito del Senato originario di San Pio delle Camere partecipa oggi all’inaugurazione

«Un inno alle bellezze storico-naturalistiche del territorio. L'occasione che le zone interne aspettavano per un rilancio che superi i confini locali e restituisca visibilità e splendore ad un angolo d'Abruzzo bellissimo». Parla con il cuore il presidente emerito del Senato Franco Marini, che raggiunto telefonicamente nella sua casa romana, non si sottrae ad una breve intervista. Quando scopre che il tema della discussione riguarda la sua terra d'origine, il tono di voce assume una piega diversa, più morbida, intrisa d'affetto e di ricordi. Marini diventa un fiume in piena e annuncia la sua presenza alla giornata inaugurale della manifestazione. Un'occasione per tornare in Abruzzo – cosa che peraltro fa molto spesso – e per appoggiare, anche in veste istituzionale, quello che considera «uno strumento fondamentale per fermare l'esodo dei giovani e garantire loro un futuro prospero e sicuro. Sarò presente alla manifestazione» afferma Marini «per una questione affettiva, visto il mio legame profondo con San Pio delle Camere, ma non solo. Ritengo questa iniziativa importante perché tocca il cuore pulsante delle aree interne e fa passare il messaggio di un comprensorio che ha, come risorsa primaria, la natura e i lasciti degli antichi borghi: la rappresentazione visiva della ricchezza di testimonianze e di storia del passato». Marini identifica in un felice connubio tra turismo, ambiente naturale e agricoltura biologica di grande qualità l'ambizioso progetto di rilancio delle zone interne. «Ciò non significa che l'Abruzzo deve abbandonare il filone dello sviluppo industriale, legato alla produzione di ricchezza e crescita economica. Ma ci sono altre possibilità di valorizzazione del territorio, in particolare delle zone interne, che necessitano di una spinta propulsiva in più». L'accostamento con la Toscana e l'Umbria, che hanno fatto del turismo di eccellenza il pane quotidiano, non stona. Proprio questo è il modello di riferimento. «Prima del disastroso sisma del 2009» sottolinea Marini «la presenza di turisti europei, inglesi in particolare, in Abruzzo e nello specifico nelle zone montane dell'aquilano, aveva fatto intravedere, per il territorio, un destino assimilabile ai grandi esempi di turismo naturalistico, storico ed eno-gastronomico, alla scoperta delle bellezze del territorio. Mi riferisco all'Umbria e alla Toscana che, per prime, hanno tracciato la strada di una crescita economica basata sulla valorizzazione delle risorse endogene. Il festival dei borghi è un'iniziativa intelligente per il coinvolgimento di molti rappresentanti delle aree più belle della nostra penisola e di molte delegazioni straniere, che avranno modo di approfondire la loro conoscenza dell'Abruzzo, e per il naturale riflesso che la manifestazione avrà all'esterno». Una sponsorizzazione veicolata del territorio che, tra le sue peculiarità, annovera la bellezza dei luoghi, la salubrità dell'aria, la quiete, il patrimonio storico-artistico e la genuinità dei prodotti della terra. «Le stesse sensazioni che respiro quando torno a San Pio» dice Marini «per impegni politici vivo a Roma, ma spesso le origini mi chiamano e avverto il desiderio profondo di rifugiarmi nella casa paterna dove tutto ha un sapore diverso: la natura incontaminata, la vita semplice di una volta, la facilità negli spostamenti. I nostri borghi conservano intatte le tracce di quel cristianesimo popolare, di quel valore storico che li rendono vere perle da preservare. Se adeguatamente valorizzati, possono diventare un ambiente fortemente attrattivo. E' su questo che bisogna continuare a lavorare».

- da Il Centro -



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